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Quaranta persone, provenienti dalla provincia di Torino, Asti e Cuneo, accumunate dalla voglia di mettersi in gioco e aprirsi a nuove esperienze formative, per acquisire nuove competenze e conoscere realtà differenti dalla propria.
Sono i protagonisti del progetto Me Too, promosso dalla Cooperativa Patchanka in partenariato con il Comune di Torino, l’Unione Montana dei Comuni delle Valli Chisone e Germanasca, Coldiretti Piemonte, Diaconia Valdese, Cooperativa Sociale Paradigma, UGI e Fondazione Paideia.
Un progetto sperimentale che per 18 mesi ha visto gruppi di ragazzi e ragazze con disabilità intellettiva disoccupati e iscritti alle liste di collocamento mirato entrare in contatto con nuove realtà del territorio, partecipando a percorsi di accompagnamento al mondo del lavoro e di tutoraggio, esperienze on the job, laboratori teatrali e molto altro.
Tra le sedi di svolgimento, la nostra Fattoria Sociale Paideia, contesto naturale per vivere sperimentazioni sul campo e avvicinamento al mondo del lavoro.
Qui nei mesi scorsi abbiamo accolto due gruppi di adulti dai 19 anni di età per far vivere loro cinque giornate a contatto con la natura, coinvolgendoli nelle routine della fattoria, con i suoi tempi e spazi, in un ambiente accessibile e attento ai bisogni di tutti. La stalla, gli orti, il pollaio e gli spazi per le trasformazioni alimentari della Fattoria propongono un contesto che mira proprio a stimolare la scoperta e lo sviluppo di conoscenze e competenze, anche in vista di successive esperienze di lavoro.
Accompagnati da Francesca, responsabile delle attività didattiche di Fattoria e apicoltrice, con il prezioso supporto di Simone, agronomo e apicoltore della Fattoria, e dei volontari di Fondazione Paideia, i partecipanti, dopo un primo incontro di introduzione al mondo della campagna, hanno potuto sperimentarsi in diverse attività.
Con spirito positivo e volenteroso, si sono dedicati alla cura degli asini e delle galline e dei loro ambienti, all’osservazione delle api, ma anche a piccole faccende quotidiane, come la preparazione del caffè di benvenuto e l’addobbo della tavola per la colazione.
Il programma delle attività è stato via via adattato alle specifiche esigenze e capacità dei partecipanti.
Ci racconta Francesca: “Per me è stata importante la relazione e il modo in cui tutti insieme abbiamo saputo creare un programma capace di adattarsi alle esigenze di ognuno e agli umori del momento. Ci siamo sempre confrontati molto e molto sinceramente. I protagonisti erano loro, abbiamo fatto tutto e uniformato tutto alle loro necessità, sperando di poter dare spunti per il lavoro o per gestire meglio la loro quotidianità.”
Me Too per i ragazzi non è stata solo un’occasione formativa, ma anche di crescita. Si è trasformata nella possibilità di riscoprirsi e reinventarsi, conoscere nuovi ambienti e intessere nuove amicizie.
L’ultimo incontro del primo gruppo si è concluso con l’esposizione di alcune opere create con i materiali naturali raccolti in Fattoria, realizzate dai ragazzi in occasione di una delle attività laboratoriali.
In un clima sereno e aperto, i partecipanti hanno raccontato il proprio elaborato, spiegandone la realizzazione e dando spazio alla fantasia, immaginando storie.
L’ultima giornata del percorso in Fattoria del secondo gruppo è invece terminata con l’organizzazione di un pranzo condiviso, una pizzata, su proposta dei partecipanti.
E così, tra la pulizia delle verdure e la trasformazione degli ingredienti, ognuno ha messo in campo la propria creatività culinaria, riscoprendo il piacere di condividere con i nuovi amici non solo il pasto, ma pezzi del proprio percorso di vita e le emozioni vissute in questi giorni trascorsi insieme.
Tra i saluti e le lacrime per questo arrivederci, la promessa di mantenere i contatti e di rivedersi, tutti insieme, la prossima primavera. Grazie a tutti i partner di questo sfidante progetto e grazie soprattutto ai ragazzi del percorso, per aver avuto il coraggio e la costanza di impegnarsi in questo nuovo cammino, insieme.