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Quando ci sentiamo per parlare dell’estate appena trascorsa, Daniela si sta preparando per il ritorno in classe, da insegnante di sostegno in una scuola elementare. A luglio ha vissuto l’esperienza di vacanza con alcune famiglie con bambini con disabilità a Orsolina28, tra le colline del Monferrato.
“Una vera e propria isola felice. Le famiglie – spiega Daniela – arrivavano da tanti mesi di isolamento e paura, fin da subito c’è stata tanta voglia di stare insieme, di condividere tutto e vivere la settimana come una grande famiglia, in un posto meraviglioso. Stare lì mi ha permesso di ritrovare quelle emozioni, forti, vere, in cui famiglie e volontari si scoprono, dove c’è accoglienza, condivisione, dove il giudizio scompare. Dove le piccole cose diventano grandi”.
“Perché andare dalle galline e prendere le uova diventa un sorriso, raccogliere i frutti da una pianta una gustosa avventura in compagnia dell’agronomo Umberto, seminare diventa un lavoro di gruppo in cui ognuno mette il suo ed è essenziale per la riuscita. E così vedi papà che in acqua diventano gli squali di tutti i bimbi, mamme che si prendono cura di ogni ginocchio sbucciato nonostante nei loro occhi tu veda la stanchezza di mesi molto difficili, volontari che giocano come e con i bambini divertendosi di gusto, fratelli e sorelle che si scoprono uniti tra loro e formano una grande famiglia. E lo scambio, questo scambio, è magia.”
La vacanza estiva è stata un ritorno per Daniela, dopo qualche anno di assenza per motivi lavorativi.
“Ho iniziato la mia esperienza da volontaria nel 2007, il mio primo approccio alla disabilità. A ripensarci oggi mi vedo un po’ spaventata, non tanto per il rapporto con i bambini, perché è sempre stata la cosa su cui mi trovavo più a mio agio, ma soprattutto nel confrontarmi con i genitori. Quando hai 18 o 19 anni è difficile affrontare la disabilità dal punto di vista di un adulto. Posso dire che quest’anno, al mio ritorno dopo qualche anno di pausa, ho vissuto un’esperienza nuova, trovandomi ad essere adulta e potendo impostare un rapporto bello e divertente con i genitori. Un genitore può parlare con te, raccontarsi, ed è bello essere alla pari, è bello potersi sentire d’aiuto, anche solo nell’ascoltare ed essere in grado di accogliere quelle parole”.
Per Daniela l’esperienza in “maglietta rossa” è stata significativa anche per le scelte negli studi e nel lavoro.
“Quando ho vissuto le mie prime esperienze di volontaria stavo iniziando l’università e avevo già l’idea dell’insegnamento, ma il fatto di scegliere il sostegno è stato grazie a quel che ho vissuto con Paideia. Insisto molto, anche con i colleghi, sul valore della scelta nel nostro lavoro. E sento di aver ricevuto molto grazie al volontariato, perché sì, sono maestra, ma le esperienze che ho vissuto mi aiutano a capire che cosa c’è dall’altra parte, a casa, nella vita della famiglia”.
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