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Giacinto e il volontariato: “Quando vedo i bimbi sorridere, dentro sorrido anch’io”

Volontario è una parola a cui tengo molto, perché il volontariato è una parte della mia vita da tanto tempo.” La voce di Giacinto riempie la stanza, mentre inizia a raccontare di sé. Da cinque anni è volontario Paideia.

Ho iniziato a fare volontariato fin da giovane, con un’esperienza a Telefono Amico quando avevo circa diciott’anni. Mi è rimasta sempre dentro la voglia di mettermi a disposizione e quando a un certo punto della mia vita ho avuto più tempo a disposizione per farlo ho cercato un posto dove mi potessi esprimere, che potesse coniugarsi con le mie disponibilità. Volevo fare qualcosa nei confronti dei bambini, la parte più semplice che è anche dentro di noi e Paideia mi ha accolto, mi ha dato quello di cui avevo bisogno e quindi eccomi qua.

Il primo ricordo in Paideia? Un sorriso. “Come primo approccio mi ricordo sicuramente l’accoglienza di Federica e Alice, i loro sorrisi. Che sembrerebbero frasi scontate. Però, quando sei alla ricerca, avere degli sguardi che ti rassicurano e che ti dicono che magari sei al posto giusto a me ha fatto bene.

“Avevo un po’ il timore di non essere in grado, perché sono molto emotivo"

Un cammino, quello del volontariato, che può riservare difficoltà e dubbi, soprattutto all’inizio. “Avevo un po’ il timore di non essere in grado, perché sono molto emotivo, quindi mi dicevo ‘chissà come reagirò’… Facevo fatica perché non sapevo, su certe situazioni, in che maniera rapportarmi. Poi ho anche imparato dagli altri e qualche piccola sicurezza l’ho portata a casa. Credo molto nel gruppo, quindi sicuramente non si va da soli. Non si fa niente da soli. Il gruppo di Paideia funziona perché è un gruppo.

Un momento significativo dei primi tempi è stato l’evento di Natale al Teatro Regio. Era la prima volta che incontravo i genitori, probabilmente non ero ancora a mio agio ed ero preoccupato. E invece i loro sorrisi mi hanno disarmato. Ero felicissimo perché ero accettato automaticamente in questa cosa, li guardavo e non credevo ai miei occhi. I loro sorrisi. Loro accoglievano me, che ero all’accoglienza.

Giacinto e il volontariato: “Quando vedo i bimbi sorridere, dentro sorrido anch’io”

Una disponibilità, quella di Giacinto, che spazia su varie attività. “Quando mi viene richiesto io ci sono, cerco di dare disponibilità, sia in attività con i bambini, che in attività di supporto come quelle di raccolta fondi o in Fattoria. Attualmente sono un volontario fisso di boccia paralimpica. Quando Davide, l’istruttore, ha spiegato boccia a me ha entusiasmato tantissimo. La cosa più bella è che qualsiasi bambino può giocare e può divertirsi al di là della sua disabilità. Non c’è abilità che tenga. E questo è un principio che è travolgente.

Il nostro ruolo – spiega Giacinto – è quello di essere a servizio del bambino, con il quale noi dobbiamo comunicare e non sempre con le parole. Anche solo con gli sguardi, con dei gesti convenzionali e permettere a lui di giocare e divertirsi. Col bimbo a cui sono abbinato noi parliamo con gli occhi, molte volte. Al di là della mascherina, il nostro linguaggio è quello. E  ci capiamo benissimo.

L’attività di boccia paralimpica sta per iniziare e Giacinto scalpita, perché non vuol far mancare la sua presenza, ma vuole aggiungere ancora un pensiero. “Nelle giornate in cui vengo qui – racconta sorridendo – sicuramente i bimbi si divertono, ci divertiamo tantissimo. Io quando li vedo sorridere divento matto, cioè internamente sorrido anch’io. Il fatto che abbiano in quelle due ore non solo il corso ma quel divertimento a me fa star bene. Quella è la cosa che mi fa stare bene.

 

Se anche tu, come Giacinto, desideri dedicare tempo per gli altri e diventare un volontario o una volontaria Paideia, visita la pagina dedicata e compila il form!

 

(foto Andrea Guermani)