Ricerche suggerite
Risultati ricerca
News e storie
Ogni persona e ogni famiglia che incontriamo in Fondazione Paideia hanno una storia unica. E ascoltare queste storie è il primo passo per iniziare insieme un percorso.
C’è infatti un momento, spesso coincidente con la nascita del bambino o con la diagnosi di disabilità, in cui la famiglia si rende conto che niente sarà più come “prima” e che il “dopo” sarà diverso da come lo si era immaginato: quasi sempre ci si sente disorientati e soli.
Paideia nasce per offrire un aiuto fin dal primo momento in cui la famiglia si trova ad affrontare la disabilità e in questo lavoro quotidiano con le famiglie c’è un punto fermo, che è quello dell’accoglienza. Un punto fermo che è fatto di persone, assistenti sociali, educatori e psicologi che si attivano per dare una prima risposta alle famiglie che si rivolgono a noi.
Tra queste persone c’è Eleonora Salvi, assistente sociale che lavora in Paideia dal 2003 e che in questi anni ha rappresentato il primo contatto per tantissime famiglie.
“Nei miei anni di lavoro quotidiano, ho imparato quanto sia importante mettersi in ascolto dell’altro con apertura, rispetto e anche curiosità: ricordarsi sempre che nulla è scontato e valorizzare i piccoli passi di ognuno.”
“Quando una famiglia si rivolge a Paideia per iniziare un percorso insieme, incontro i genitori per un primo colloquio conoscitivo e cerco di raccogliere tutte le informazioni che possono essere utili per capire quale momento di vita stanno attraversando i genitori, i bimbi, i fratellini. Cerco di capire cosa può essere di aiuto alla famiglia, che siano servizi direttamente offerti da Paideia oppure qualcosa che possono trovare anche nel territorio in cui vivono, e di trasmettere il messaggio che non sono soli e che possiamo fare un tratto di strada insieme. Fin da subito l’idea è quella di aiutare i genitori a scoprire che hanno delle risorse, che hanno delle conoscenze e che le difficoltà che stanno attraversando non le annulla.”
“Come équipe di accoglienza ci capita di incontrare genitori che sono all’inizio del loro percorso, poco dopo la diagnosi, e sono magari disorientati, spaventati, sofferenti. Ci sono anche genitori che hanno già fatto un pezzo di strada e magari stanno cercando delle risorse, delle risposte. Il nostro ruolo è affiancare il genitore a partire da dove si trova, cercando di valorizzare le risorse che ogni famiglia ha, che ogni genitore ha, che ogni bambino ha.”
Come? “Aiutando i genitori a rivedere queste risorse, attraverso la proposta di percorsi individuali, di supporti al bimbo e al nucleo familiare, ma anche favorendo l’incontro con altri genitori e altre famiglie che stanno facendo percorsi simili. Perché è nell’incontro con altri genitori che hanno la possibilità di riconoscersi.”
Nella fase iniziale Paideia offre un orientamento, un servizio che per tante famiglie è di grande aiuto: “Nel mio lavoro è importante saper ‘leggere’ le cose che accadono e individuare le reti che ruotano attorno alla famiglia, o che potrebbero essere attivate per cercare con i genitori risposte ai bisogni che vengono portati dal bambino e da tutto il nucleo familiare. Dopo i primi colloqui conoscitivi, in fase di accompagnamento, il ruolo di Paideia è anche quello di offrire occasioni: occasioni per i genitori, per i bambini, occasioni per i fratelli e le sorelle, ma anche per i nonni. Vengono proposte diverse iniziative che possono essere di tipo laboratoriale o ludico-ricreativo, percorsi di gruppo e spazi dedicati a genitori, nonni e siblings – fratelli e sorelle di bambini con disabilità. Le proposte nascono per dare alle famiglie occasioni di incontro, di confronto, di scambio, in cui ritrovare serenità e fiducia e avere occasione di conoscere altri genitori.”
E sono queste occasioni che possono anche portare alla nascita di relazioni amicali che possono accompagnare le famiglie nel corso della vita o comunque per una parte del loro percorso, favorendo il supporto reciproco.
“Quando una famiglia si trova a vivere una condizione di disabilità, può capitare che perda un po’ di vista la dimensione dello stare insieme e di trascorrere dei momenti piacevoli. Il supporto medico e riabilitativo è fondamentale, ma non bisogna dimenticarsi che è importante dare anche la possibilità ai bimbi di vivere dimensioni che siano da bambini. Insieme all’accompagnamento riabilitativo, Paideia cerca da subito di affiancare delle occasioni e delle proposte ricreative per far riscoprire ai genitori e ai bimbi la possibilità di fare determinate attività e di potersi sperimentare, per scoprire che non si è da soli e che non tutto è precluso.”
“Lavoro in Paideia da più di vent’anni e ho visto la nostra realtà diversificarsi tanto. Quello che ha sempre accompagnato la crescita di Paideia è l’essere in ascolto delle famiglie e dei professionisti che lavorano con i bambini i genitori e la collaborazione costante anche con altre realtà che si occupano di bambini e di famiglie. Valorizzare le risorse di genitori, collaboratori ed enti ha portato e continua a portare alla nascita di progetti nuovi, di esperienze nuove, di sperimentazioni che coinvolgono tutti e che ci spingono a cercare di migliorarci continuamente.”
“Amo accompagnare le persone nel momento in cui scoprono le loro risorse e punti di forza, quelli dei loro bambini e del contesto in cui vivono. È sempre emozionante vedere i genitori incontrarsi tra loro, sentirsi compresi ancor prima di raccontare la loro storia e scoprire insieme nuove capacità, proprie e degli altri.”
Ogni giorno in Paideia costruiamo insieme percorsi per le famiglie fatti di terapie e attività sportive e ricreative, per promuovere lo sviluppo fisico e cognitivo dei bambini e aiutarli a sviluppare autonomie. Organizziamo anche momenti di svago per tutta la famiglia che servono a ricreare spazi all’interno dei quali ricaricare le batterie per affrontare le sfide quotidiane. Spazi in cui le famiglie hanno la possibilità di riscoprirsi e creare nuovi legami.
Grazie Eleonora e a tutti i colleghi e le colleghe che ogni giorno accolgono, ascoltano e sostengono le famiglie. Tutto il loro lavoro quotidiano è possibile solo grazie ai nostri donatori e le nostre donatrici.