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“La famiglia di Lorenzo è stata una delle prime ad arrivare nella nostra nuova sede di Milano”, racconta Andrea Dondi, coordinatore accoglienza e sostegno famiglie della sede milanese di Paideia.
“La prima richiesta di Ivelina e Alessandro, in realtà, riguardava il percorso siblings per Greta, sorella di Lorenzo. Essere un fratello o una sorella di un bambino con disabilità comporta sicuramente delle sfide diverse dagli altri e la nostra idea è quella di occuparci di queste sfide.”
“Greta – racconta Ivelina – è una ragazzina molto sensibile. Quando abbiamo iniziato il percorso all’inizio era un po’ spaventata, poi piano piano si è sentita a suo agio e ci hanno detto che si è aperta tantissimo, qui si racconta e ha trovato un supporto importante. Come noi del resto. Lorenzo ha 13 anni e gli è stato riscontrato un ritardo psicomotorio, hanno riscontrato delle anomalie al cervello. Ricordo che qui in Paideia il primo incontro è stato molto positivo, è un’accoglienza con molto calore, dove abbiamo raccontato un po’ la nostra storia da quando lui era piccolo e le varie difficoltà che abbiamo dovuto affrontare.”
“C’è stata una parte importante – racconta Alessandro, papà di Lorenzo – che riguarda il supporto della Fondazione: abbiamo ricevuto un sostegno economico per far eseguire le terapie a Lorenzo, in quanto lavoro solo io e ci sono tante spese, grazie a questo possiamo far sì che nostro figlio migliori.”
“Avere un bambino con disabilità – continua Ivelina – non è facile. Lorenzo ha delle crisi epilettiche, magari è lì che sta bene e ride, gioca, poi cade e se non stai molto attento può farsi male alla testa. Lui non riesce a stare da solo, cerca tanto il nostro supporto, quello del maestro, dei terapisti. Deve essere sempre circondato da tanta attenzione e ti rendi conto che crescendo diventa sempre più difficile. Credo sia bello che qualcuno pensi ai genitori, alla fatica che si può fare, così come ai fratelli e alle sorelle.”
“Il gruppo siblings – spiega Andrea Dondi – è stato per la famiglia di Lorenzo il volano per poi accedere ad altre proposte della Fondazione, come ad esempio i gruppi per mamme e i gruppi dedicati ai papà.”
“Questa esperienza degli incontri di gruppo – continua Ivelina – è stata veramente importante. Ho partecipato al gruppo delle mamme dove abbiamo fatto un percorso di arte terapia, un momento di confronto tra noi. Mentre facevamo questi disegni ci siamo raccontate nel profondo ed è stato veramente molto emozionante. Così come Alessandro ha fatto con gli altri papà.”
“Io – dice Alessandro – sono stato molto contento di partecipare agli incontri di gruppo. Tra noi ci siamo un po’ sfogati, magari tenevamo delle cose dentro che pensavamo che non avremmo mai detto a nessuno.”
“C’erano delle cose che lui sente dentro – confessa Ivelina – che magari non voleva dire neanche a me, le paure, le ansie, quel che non lo faceva dormire la notte. Qua è riuscito a dirle, a raccontarsi. Perché quando ti trovi con persone simili, che vivono le tue giornate, diventa più facile farlo”.