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Quando un’azienda sceglie di stare accanto a Paideia, per contribuire al supporto dei bambini con disabilità e delle loro famiglie, possono crearsi dei legami che si rafforzano negli anni per diventare sempre più importanti e duraturi. È il caso di Drink International S.p.A., che con il marchio Regalidea e le sue confezioni regalo da anni sostiene Paideia e i progetti dedicati alle famiglie con bambini con disabilità.
“Noi ci siamo un po’ innamorati di Paideia e del lavoro che svolgete accanto alle famiglie” inizia a raccontare Chiara Crosetto, titolare dell’azienda insieme ai suoi due fratelli. “È nato tutto dall’amicizia tra Fabrizio Serra, direttore della Fondazione, e mio fratello Giuseppe, e dalla stima che si è poi sviluppata nel tempo. La collaborazione nasce nel 2013, quindi il prossimo anno saranno dieci anni, un bel traguardo. Gradualmente ho affiancato Giuseppe nel seguire questo progetto, mi ci sono avvicinata io ed oggi insieme a Lucia (che segue per Paideia i rapporti con le aziende) progettiamo nei mesi estivi i prodotti solidali che saranno proposti da Paideia per il Natale. È bravissima a starmi dietro perché soprattutto nel periodo più caldo siamo un po’ frenetici ed è bello sentire così tanta attenzione e passione da parte sua.”
Abbiamo avuto il piacere di ospitare Chiara per una visita al Centro Paideia e ne abbiamo approfittato per farci raccontare le origini dell’azienda. “Noi siamo la terza generazione, l’azienda nasce dai miei nonni che avevano la prima drogheria in corso Palermo. Poi mio papà e sua sorella hanno aperto in Torino una serie di enoteche e capitava che nel periodo di Natale molte persone richiedessero confezioni regalo, così con l’arrivo di mia mamma hanno scelto di specializzarsi in quel campo. Poi si è strutturata l’azienda, che nei primi anni principalmente si indirizzava ad altre aziende nel periodo delle feste, poi con l’ingresso dei miei due fratelli e il mio abbiamo cercato di modernizzare ed è nata la collaborazione con la grande distribuzione, oggi nostro core business.”
Lo sguardo di Chiara racconta tutta la passione che quotidianamente mette nel suo lavoro.
“I nostri genitori ci hanno fatto crescere in azienda, la passione che nutriamo per il nostro lavoro nasce da quando siamo piccoli. Per noi il Natale è sempre stato particolare: io incartavo le scatole di cioccolatini, siamo partiti facendo la gavetta, i miei fratelli dal magazzino e io dalla produzione: i nostri genitori hanno sempre voluto che noi capissimo il significato del lavoro. Oggi ci siamo sviluppati e abbiamo dodici linee in cui abbiamo automatizzato la parte di imballaggio e stoccaggio.”
Come una moderna fabbrica di Babbo Natale? “Esatto. Quando i miei figli erano più piccoli e mi chiedevano ‘ma tu che lavoro fai?’ io ho sempre risposto ‘aiuto Babbo Natale, perché lui fa i regali ai bambini, mentre mamma li prepara per i più grandi’.”
Una delle cose più difficili riguarda la concentrazione del lavoro in una determinata parte dell’anno. “Noi abbiamo un lavoro che di fatto è stagionale, da ottobre a dicembre, i volumi che sviluppiamo sono i volumi che un’azienda normale sviluppa in dodici mesi. Risulta fondamentale quindi il lavoro iniziale, con la scelta dei fornitori e dei prodotti fino alla creazione della collezione. Ogni anno abbiamo sempre proposte nuove, è fondamentale la fase di programmazione, perché se sbagli nel periodo della campagna devi rincorrere e diventa problematico.”
La scelta di sostenere Paideia e le famiglie con bambini con disabilità, come racconta Chiara, si lega a un senso di responsabilità forte verso il tema e il valore della famiglia. “Voi siete una grande famiglia e per noi il concetto della famiglia è sempre stato assolutamente presente: siamo un’azienda familiare, non è facile trovare aziende dove tre fratelli lavorano insieme e vanno d’accordo sia nell’ambito lavorativo che nella vita privata. Abbiamo perso nostra mamma che eravamo giovani, siamo rimasti da soli con mio papà e questo ci ha unito molto, sia per i valori che nostra mamma ci ha lasciato, sia per la necessità di stringerci accanto a mio padre. Trovarsi da solo con tre figli non è stato facile, questo ci ha uniti e forse senza neanche deciderlo insieme abbiamo detto ‘dobbiamo portare avanti tutto questo’. Nostro papà ha lavorato con noi finché la salute gli ha permesso di farlo. Per noi il valore della famiglia è fondamentale. Noi ci siamo sempre l’uno per l’altro, così come ci siamo sempre stati per mio padre, ed è quello che spero fondamentalmente di poter insegnare ai miei figli.”
“Quando hai la fortuna di stare bene, poter aiutare gli altri – conclude Chiara – diventa una parte importante di quello che fai, oserei dire fondamentale. Per questo la nostra collaborazione si rinnova da tanti anni e la porteremo avanti per molto tempo ancora.”