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“Giuliana si è sempre tenuta aggiornata sulle attività della Fondazione. Io le portavo i bilanci, le raccontavo quel che facevamo. Lei li leggeva, ascoltava e mi faceva i complimenti, era contenta di come stava procedendo Paideia anche senza di lei, che ormai era in pensione.” Maria Gaglione è la persona che più di tutti, tra i colleghi di Paideia, è stata vicina fino all’ultimo a Giuliana De Nesti, scomparsa nel 2018 all’età di novant’anni. Giuliana era stata, prima di lei, la persona di riferimento per l’ufficio amministrativo della Fondazione. “È stata quella che mi ha insegnato tutto. Sono arrivata per sostituire lei e ricordo che il mio primo giorno fu lei a presentarmi tutti e a spiegarmi come funzionava. Allora eravamo pochi, facevamo le prime attività con l’Ospedale Regina Margherita, i primi colloqui di supporto alle famiglie con bambini disabili.”
“Per un periodo ha continuato a venire una volta a settimana – spiega Maria – e tra noi c’è stato da subito un feeling particolare, un legame che è cresciuto nel tempo. Anche quando poi ha smesso di venire, per ragioni di età e di salute, ogni tanto la andavo a trovare a casa e magari pranzavamo insieme. Qualche volta le raccontavo un po’ di pesantezza del lavoro, le tante cose da fare. E allora lei mi sosteneva, mi diceva ‘dai che ce la fai’. Non è una cosa così naturale che due persone che si sono viste poco continuino a rimanere in contatto, ma è stato così.”
Siamo attorno a un tavolo e abbiamo di fronte un album di fotografie. Alcune ritraggono Giuliana alla festa per i suoi novant’anni, sorridente, insieme alle persone a lei più care. Tra queste c’è Fabrizio Serra, direttore della Fondazione, che aveva con Giuliana un rapporto molto speciale. “Qui nelle foto la vediamo sorridente – racconta Fabrizio – ma era una sua costante, era sempre allegra. E generosa, ecco, se devo aggiungere una qualità penso a questa. Era una persona che dopo la scomparsa della mamma era rimasta con poche persone care. Era figlia unica, non aveva a sua volta figli e per questo tutti noi siamo stati la sua famiglia. Ha considerato la famiglia di Paideia come la sua, soprattutto negli ultimi anni.”
Mentre siamo riuniti a ricordare Giuliana, si affaccia alla porta Guido Giubergia, presidente della Fondazione Paideia e di Ersel, la cui storia è da sempre profondamente legata a quella di Paideia. Aggiunge la sua memoria alla nostra, a impreziosire il ricordo di Giuliana con le parole di chi l’ha conosciuta meglio. “Nel 1976, quando ho iniziato a lavorare in Ersel, una delle prime persone con cui sono stato a contatto è stata Giuliana, perché ho voluto rifare tutti i bilanci degli ultimi anni per vedere i dettagli e l’ho fatto insieme a lei. Aveva delle capacità fenomenali. Poi quando è nata Paideia le abbiamo chiesto di occuparsi di quella parte e l’ha portata avanti fino a dicembre 2003, quando è entrata Maria e si sono avvicendate. Ogni tanto passava a trovarci, perché aveva mantenuto una relazione affettiva con tutti.”
“Ricordo – riprende a raccontare Fabrizio – che l’abbiamo invitata a vedere il cantiere del Centro Paideia e si è commossa, mi ha detto ‘mi ricordo la prima volta che ti ho incontrato, quanta strada fatta da allora, io non credevo si potesse fare così tanto’. Giuliana è stata molto impressionata dalla crescita della Fondazione perché ha visto davvero gli inizi, lei è partita da zero. E ha identificato nei bambini di Paideia i suoi eredi, scegliendo di dedicare un lascito testamentario che potesse essere d’aiuto a tutte le famiglie che seguiamo. Che è un po’ la stessa cosa che ci ha detto, di recente, una coppia che non ha figli: se devo immaginare un figlio da proteggere, chi ne ha più bisogno dei bambini di Paideia?”
“Lei era impressionata – conclude Fabrizio – soprattutto dal coraggio delle mamme dei bambini con disabilità che aveva conosciuto. Ne ammirava la capacità di andare avanti nonostante tutto, la loro incredibile forza. Poco tempo prima che se ne andasse ricordo che mi disse ‘sai Fabrizio, io per tutta la vita mi sono occupata di numeri e contabilità. Oggi vedere i risultati di quel lavoro, sapere a cosa servivano quei fondi e quali traguardi si possono raggiungere è un motivo di grande soddisfazione’.”
Giuliana non ha potuto vedere di persona il Centro animato dalle voci dei bimbi e delle famiglie che ogni giorno lo abitano, ma siamo sicuri che anche adesso continua a starci vicina, come ha sempre fatto. E la sua scelta, quel lascito testamentario con cui ha voluto essere per sempre vicino ai bambini di Paideia, è stato un gesto d’amore straordinario. Grazie, Giuliana!