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“Il rugby è uno sport molto inclusivo, sai? E allora diventa naturale costruire qualcosa di bello insieme, come quello che stiamo facendo con Paideia.”
Inizia così la chiacchierata con Andrea, che ci racconta come è nata l’iniziativa che vede la sua squadra, i Rinoceronti Rugby Torino, in campo per una sfida molto speciale: raccogliere fondi sufficienti ad acquistare attrezzature per le attività di boccia paralimpica degli atleti di Paideia.
“Noi nasciamo nel 2015 – ci dice Andrea – come gruppo di papà che portano i figli a giocare a rugby al campo del CUS di Grugliasco e, mentre prendono freddo e gelo, cominciano per scherzo a passarsi la palla ovale. C’era gente che non l’aveva mai toccata, perché tutti conosciamo la palla tonda, ma piano piano ci si incomincia ad appassionare. Quel gruppetto di pionieri si organizza e decide di costituire una squadra di papà, partendo in sette, otto persone: quest’anno siamo arrivati a oltre sessanta iscritti. Ci alleniamo una volta a settimana e quando vieni al campo senti di essere parte di un gruppo unico: i Rinoceronti. Qui da noi c’è posto per tutti, a prescindere dall’età, dal sesso, dalle capacità fisiche, dai pregressi rugbystici o meno, dal lavoro e dalle esperienze personali di ognuno. Il mercoledì, quando ci si ritrova, conta solo una cosa: l’impegno che ci metti. Inclusivo, no? Ah, placcare a quarant’anni e oltre, se non l’hai mai fatto, non è la cosa più semplice del mondo”, racconta sorridendo.
“Come già fatto in passato, volevamo affiancare l’attività sportiva con qualcosa di positivo e che fosse di sostegno per altre persone. Io sono papà di due figli, il piccolo è autistico e siamo seguiti da Paideia. Avendoci a che fare mi sono reso conto della serietà con cui vengono affrontati i progetti, dell’attenzione che c’è per tutta la famiglia, dell’aiuto concreto che viene offerto. Così quando si è parlato di fare qualcosa abbiamo incontrato Elena, la responsabile delle attività sportive di Paideia, che ci ha raccontato della possibilità di sostenere il percorso dei ragazzi che stanno facendo boccia paralimpica e ci siamo innamorati di questo progetto.”
Perché, come sottolinea Elena Grosso, responsabile della attività sportive di Paideia, “in Paideia il gruppo di boccia paralimpica sta crescendo in termini di partecipazione, oltre ai ragazzi che hanno iniziato 5 anni fa e hanno iniziato a partecipare al circuito di boccia paralimpica c’è un gruppo di bambini tra i 5 e i 7 anni che hanno iniziato quest’anno. La boccia è una disciplina che permette a persone con disabilità motoria grave di esprimere tutto il proprio potenziale, è un gioco di controllo e precisione e l’attrezzatura in questo è fondamentale. Per questo l’iniziativa nata in collaborazione con i Rinoceronti Rugby è particolarmente preziosa: ci permetterà di dotare gli atleti di attrezzature adattate alle loro esigenze per allenarsi e partecipare alle gare.”
L’obiettivo, quindi era chiaro. Ma come si è sviluppata l’attività di raccolta fondi?
“Siamo partiti prima di Natale e ci siamo dati con Elena l’obiettivo di raggiungere 3.200 euro, poi l’abbiamo superato e ora abbiamo fissato una nuova quota a 4.000 euro, per ampliare il kit. La piattaforma di raccolta fondi ha facilitato gli scambi, è semplice e intuitiva e permette di vedere in tempo reale la percentuale di raggiungimento dell’obiettivo. Così abbiamo condiviso l’iniziativa con tutti i nostri amici, parenti, ma anche con tante altre squadre che, venendo a giocare a rugby con noi e saputo del progetto, hanno subito aderito dando il loro contributo. Abbiamo anche unito l’utile al dilettevole. Nel rugby ci sono tre tempi, due in campo e un terzo, il famoso terzo tempo, davanti ad un birra con le persone con cui hai appena condiviso la sfida di gioco. In accordo con Stefania e Piera, le signore che gestiscono la nostra Clubhouse, una specie di nostra seconda casa, abbiamo stabilito che per ogni birra si raccoglie una quota che poi viene versata sulla piattaforma per contribuire al progetto. Qualche settimana fa sono anche venuti a trovarci al terzo tempo i ragazzi di Paideia ed è stato bello incontrare istruttori, volontari e Cocca (Carlotta Visconti, ndr, atleta paralimpica dell’ASD Sportento di Torino). E’ stato un intenso momento di condivisione, anche perché se nel gioco possiamo certo migliorare, siamo sicuramente degli ottimi terzotempisti!”
“Lo spirito del rugby – conclude Andrea – è la condivisione della fatica con il proprio compagno. Essere gomito a gomito, è quello che fa la differenza. Il giorno dopo aver ricevuto la visita di Paideia qualcuno della squadra mi è venuto a parlare, mi ha detto ‘sai Andrea, sono proprio contento che riusciamo come squadra a contribuire a questo progetto’, ed è qualcosa che offre un senso diverso anche alla nostra attività sportiva. C’è una parola fondamentale nel rugby che è sostegno: in ogni fase di gioco tu sai di avere accanto un compagno, in attacco per passare la palla e guadagnare due sudati centimetri, in difesa per bloccare insieme un avversario. Ecco, quando giochi sai che c’è qualcuno accanto a te e così è anche con la disabilità, no? È importante sapere che non cadi nel vuoto ma c’è qualcuno che ti sostiene. I Rinoceronti si sostengono tra loro e con questo progetto sostengono anche tanti bambini e le loro famiglie. Non vediamo l’ora di arrivare all’obiettivo e acquistare l’attrezzatura!”
La raccolta fondi continua su: https://insieme.
Grazie di cuore Andrea per averci raccontato questa iniziativa e a tutti i Rinoceronti Rugby Torino per il supporto, per noi davvero prezioso!