A Milano si presenta “I gruppi di siblings adulti”
Verrà presentato martedì 13 dicembre alle ore 18.30, presso la sede di Fondazione Paideia a Milano (via Caradosso 16, metro Cadorna) il volume “I gruppi di siblings adulti – Una proposta di metodo per sostenere fratelli e sorelle di persone con disabilità”, curato da Andrea Dondi (Edizioni San Paolo, 2022) e realizzato con la collaborazione di Rosanna Taberna ed Erminia Colella.
“Il bambino che ero, il bambino che sei”: storie e incontri per crescere insieme
“Perché non posso?”
“Sono stato bravo, vero?”
“Posso venire a dormire con voi? Ho paura.”
Avere a che fare con i bambini significa trovarsi a rispondere ogni giorno a molte domande, che spesso rappresentano sfide nuove, con il dubbio di aver trovato “la risposta giusta”. Ma esiste davvero?
La Fondazione Paideia propone tre incontri su alcune tematiche importanti come il limite, la gentilezza e la paura, fornendo spunti interessanti per affrontarle con i bambini a partire dalla sua esperienza nel supporto alle famiglie con bambini con disabilità.
Il percorso, rivolto a genitori, nonni, educatori, docenti, bibliotecari, operatori, volontari e amanti delle storie, si articola in tre appuntamenti realizzati gratuitamente presso il Centro Paideia (via Moncalvo 1, Torino) e contemporaneamente in modalità online.
Inizieremo ogni incontro con la lettura e la presentazione di un albo illustrato, scelto tra quelli che hanno segnato la storia della letteratura per l’infanzia e sono stati amati da milioni di bambini nel tempo. A partire dalle domande e dalle riflessioni che quegli albi suscitano nei bambini stessi, gli adulti si confronteranno e un gruppo di esperti di pedagogia e di linguaggi, profondi conoscitori del mondo dei piccoli, ci aiuteranno a tracciare il percorso.
Abbiamo bisogno di storie per crescere, insieme!
“Volontari, i nostri aiutanti indispensabili”
“I volontari sono i nostri aiutanti indispensabili perché in tutte le proposte e le attività che organizziamo per i bambini e le loro famiglie sono parte del cuore stesso della Fondazione”. Alice Zullo, che con Alice Calcagno si occupa ogni giorno della gestione e della formazione dei volontari, racconta con queste parole il senso delle attività delle “magliette rosse” Paideia. Persone che scelgono di donare il proprio tempo per affiancare i bambini con disabilità e le loro famiglie e che, come sottolinea Alice, “con la loro presenza ci permettono di dare ad ogni famiglia quell’attenzione, quella cura e quell’esserci che senza di loro non sarebbe possibile”.
“Quello che arriva alla famiglia dal tempo che il volontario decide di offrire – spiega Alice Calcagno – è un messaggio prezioso: stare insieme a me, alla mia famiglia e al mio bambino ha valore, è tempo di qualità. Oltre a questa parte di gratificazione entra in gioco un aspetto importante: quello del rispecchiamento positivo. Spesso le famiglie quando si approcciano ai servizi o agli operatori sono abituate a confrontarsi su ciò che è difficile per il loro bimbo, su quello che non riesce a fare. Il volontario invece, sperimentandosi nella relazione con loro attraverso il gioco e in momenti spensierati, permette ai genitori di confrontarsi con ciò che il bambino ama e che sa fare con le sue risorse. È normale non vedere questi punti di forza o dimenticarsi del piacere di stare insieme, quando ci si deve concentrare su ciò che va migliorato o sistemato. Il volontario c’è anche per ricordar loro queste potenzialità.”
“Affettività e sessualità nella disabilità”, in Paideia un incontro per parlarne
“Abbiamo pensato a un incontro per esplorare il tema dell’affettività e sessualità nella disabilità e normalizzarne il linguaggio, trasmettendo sicurezza e l’idea che è qualcosa che si può fare”. Silvia Mascolo, psicologa, psicoterapeuta e sessuologa presenta così l’incontro “Affettività e sessualità nella disabilità”, che si terrà lunedì 17 ottobre in modalità online, dalle 18,30 alle 20,30.
L’appuntamento, rivolto a familiari e caregiver di persone con disabilità, ha l’obiettivo di mettere l’accento sull’importanza di costruire un dialogo attorno all’affettività dei ragazzi e delle ragazze, cogliendone la natura preziosa e inalienabile: l’interesse verso la sessualità e l’affettività, previsto dalla natura in ciascun individuo e durante tutto l’arco della vita. Educare alla sessualità rappresenta un’occasione per la definizione di una relazionalità sana e fonte di piacere e benessere.
“La sessualità rappresenta un’autonomia – racconta Silvia Mascolo – e occorre parlarne così come le altre autonomie che vanno insegnate. Ci sono purtroppo limiti legati a pregiudizi rispetto alle persone con disabilità, talvolta pensate come scarsamente inclini o interessate alla sessualità, pregiudizi che nel corso dell’incontro andremo a sfatare. Così come il tema della paura: si teme che un discorso sulla sessualità possa portare del dolore al ragazzo o alla ragazza disabile, che sia una fatica insormontabile o inutile. Un altro tabù è “non svegliare il can che dorme”, ovvero l’idea che parlarne sia un invito a fare sesso, a esplorarlo. Risulta invece che parlare di sessualità serve, soprattutto con ragazzi e ragazze con disabilità, è un fattore protettivo: le ricerche ci dicono che dove si fa educazione sessuale i comportamenti a rischio sono molti meno.”
E il tema dell’affettività e della sessualità per le persone con disabilità, come racconta Silvia, si sta diffondendo, con appuntamenti per approfondire l’argomento. “Sicuramente il discorso su queste tematiche sta subendo delle evoluzioni, lo dimostra anche il fatto che Paideia, così come altre realtà che si occupano di disabilità, scelga di dedicare un incontro su questo argomento. Ho trovato sempre più interesse e ho conosciuto genitori creativi, che si assumono la responsabilità di fare educazione sessuale verso i propri figli, anche quando la comunicazione non è facile.”
Quattro incontri per nonni di bambini con disabilità
Da mercoledì 16 novembre 2022 torna lo “Spazio Nonni”, un percorso di quattro incontri rivolto ai nonni di bambini con disabilità che nasce per offrire, a partire da temi molto specifici, momenti di riflessione e confronto tra pari, con particolare riferimento al loro vissuto, ai loro bisogni e al loro punto di vista, favorendo la condivisione e il supporto reciproco.
Un’occasione per incontrarsi con altri nonni e condividere la propria esperienza, le curiosità e i dubbi sul proprio ruolo, per poterlo affrontare con maggior serenità e consapevolezza. I nonni, infatti, possono essere un’importante risorsa nelle famiglie con bambini con disabilità, ma hanno spesso poche possibilità di dialogare con altri nonni.
“Da quando abbiamo lanciato il percorso di gruppo, ormai alcuni anni fa – racconta Sabrina Ghersi, psicologa e psicoterapeuta della Fondazione Paideia – abbiamo raccolto interesse nel tempo: i nonni coinvolti apprezzano molto la possibilità di poter approfondire il senso di essere nonni di un bambino con disabilità, ma anche genitori di persone che hanno un figlio con disabilità. Questo talvolta può rappresentare una duplice fatica.”
“Cerchiamo di offrire da una parte informazioni molto concrete e specifiche, dall’altra desideriamo offrire uno spazio in cui parlare e confrontarsi. Ma partire da un tema può facilitare anche chi può essere magari in imbarazzo rispetto a un gruppo di parola. In questo senso la formula si è evoluta e abbiamo scelto di dedicare a ogni incontro un tema preciso.”
Si parte mercoledì 16 novembre alle 9,30 con “Il gioco è una cosa seria”, mentre negli incontri successivi si parlerà di “Internet e tecnologia: amici o nemici?” (1 febbraio), “Nonni: tra bellezza e fatica di un ruolo importante” (15 marzo) e “Parlare o comunicare?” (31 maggio).
“Abbiamo pensato – spiega Sabrina Ghersi – a temi spesso molto presenti nella vita quotidiana, ma che presentano aspetti a cui prestare particolare attenzione, perché spesso sono legati a potenziali risorse o rischi. Il gioco, ad esempio, è un elemento sicuramente importante: talvolta per un nonno può essere difficile intrattenere un bambino, a volte bisogna avere accortezze specifiche, così come per la comunicazione. In alcuni casi i bimbi hanno una comunicazione attiva che è fatta di gesti, di sguardi, di immagini, canali nuovi su cui non è sempre facile sincronizzarsi. Poi c’è un tema trasversale, che è il ruolo del nonno in questa società, in cui è necessario coniugare la propria presenza e i propri interessi in una vita familiare sempre più complessa. E un focus sul mondo della tecnologia e di internet, di cui i bimbi sono spesso affascinati e che può portare delle buone risorse, soprattutto pensando a certe app o giochi, ma che dall’altra rischia di essere qualcosa che isola i bambini e che diventa difficile da capire per chi magari lo conosce poco.”
Dieci anni di “Operatori museali e disabilità”: Torino laboratorio di inclusione nei musei e luoghi della cultura
Torino città pilota dell’inclusione con Fondazione CRT e Fondazione Paideia. Compie dieci anni Operatori museali e disabilità, l’innovativo progetto di accoglienza e inclusione nei musei e nei luoghi culturali “firmato” dalle due fondazioni. Per l’occasione, il convegnoAccolti ad arte, lunedì 9 maggio alle OGR Torino è stata l’occasione per fare il punto sui risultati e sulle traiettorie di sviluppo del percorso di formazione del personale di settore sul fronte dell’accoglienza dei visitatori con bisogni specifici e disabilità. Nata dalla vocazione sociale che, da sempre, contraddistingue Fondazione CRT e Fondazione Paideia, l’iniziativa – evoluta quest’anno in Operatori culturali per l’inclusione – è stata in grado di anticipare il cambiamento e di puntare sul capitale umano.
In dieci anni di attività, il progetto ha realizzato 41 corsi di base, 31 seminari tematici di approfondimento, 8 corsi di prima alfabetizzazione di Lingua dei Segni Italiana applicata al contesto museale, 6 laboratori di produzione di storie sociali, 1 workshop di incontro con le buone prassi del territorio e 13 esperienze di replicabilità del modello torinese a livello nazionale. Complessivamente, hanno partecipato al progetto circa 300 realtà culturali italiane e oltre 1.100 operatori del settore.
Inizialmente rivolto alle istituzioni museali, il progetto si è ampliato a tutti gli operatori delle realtà culturali dopo la positiva esperienza formativa pilota in OGR, con l’obiettivo di formare il personale per accogliere al meglio tutti i visitatori, a partire da quelli con bisogni specifici e con disabilità.
Qual è l’impatto generato dalle attività formative svolte e quali le prossime “sfide”? “Accolti ad arte” tira le fila di 10 anni di inclusione, partendo anche dall’indagine che ha coinvolto – attraverso modalità e strumenti differenziati – gli oltre 1.100 operatori culturali che, dal 2012, hanno preso parte alle attività formative del progetto.
Gli obiettivi raggiunti, riconosciuti dai partecipanti indipendentemente dal ruolo ricoperto nell’istituzione culturale, sono accomunati dalla parola “cambiamento”: il progetto, secondo le risposte pervenute, ha generato infatti un cambiamento in termini di forma mentis rispetto alla visione della disabilità (intesa non come elemento discriminante, ma come una caratteristica distintiva della persona su cui far leva); un cambiamento in termini di cultura organizzativa rispetto ai temi dell’inclusione e dell’accoglienza (l’accessibilità culturale è diventata, in molti casi, una politica strutturale: oltre il 60% degli enti ha introdotto nuovi strumenti, come percorsi guidati, l’utilizzo di storie sociali, la collaborazione con altre associazioni); una crescente attenzione a una progettazione inclusiva e design for all pensata, fin da subito, per tutte le tipologie di pubblico e non adattata successivamente a bisogni speciali.
L’indagine raccoglie inoltre alcune suggestioni sui possibili step futuri del progetto: la sua estensione ad altre realtà culturali, con un maggior coinvolgimento del Ministero della Cultura; una formazione costante on boarding del personale e il commitment delle direzioni e delle istituzioni; la promozione del Marketing museum; la necessità di confronto e scambio delle best practice; una forma di riconoscimento per i musei che abbiano completato il percorso, una sorta di “certificazione di inclusività”.
“Artisti si nasce”: opere all’asta per Paideia
Sapevate che Carlo Verdone, quando non è impegnato nelle riprese dei suoi film, ama puntare in cielo la macchina fotografica per immortalare le nuvole? O che Linus, quando spegne il microfono di Radio Deejay, si rifugia in studio per dedicarsi alla pittura? Sono solo due curiosità che arrivano dal progetto “Artisti si nasce: e io, modestamente, lo nacqui”, un’iniziativa di solidarietà dedicata alla Fondazione Paideia e curata dalla nostra ambasciatrice Elisabetta Oropallo.
Ventisette artisti e personaggi del mondo dello spettacolo con un hobby o una passione particolare, come ad esempio la fotografia, la pittura o il disegno, hanno scelto di donare le loro opere che saranno battute all’asta da Christie’s il prossimo 7 giugno a Milano, nella nuova sede della Fondazione Paideia (via Caradosso 16, ore 18,30) a cui sarà destinato il ricavato. Il battitore dell’asta sarà Cristiano De Lorenzo, Managing Director Christie’s Italia, e la serata avrà un presentatore d’eccezione, il conduttore televisivo Rudy Zerbi.
Il senso di questo progetto lo racconta bene Elisabetta Oropallo, che dopo aver realizzato per Paideia il libro di ricette “Cuochi si nasce, famosi si diventa”, ha scelto di impegnarsi nuovamente in una grande iniziativa di solidarietà. “In un’intervista, Paolo Conte alla domanda ‘Perché dipinge?’ rispondeva: ‘Come perché? Perché mi piace’. Ecco, – spiega Elisabetta – credo che il fil rouge che lega tutti i personaggi che hanno voluto donare una loro opera a Fondazione Paideia sia proprio questo: semplicemente amano dipingere, disegnare, fotografare. Amore, quindi. Per alcuni è diventato un secondo lavoro, per altri una passione o un modo per dare sfogo alla molta creatività che li anima. Abituati alla scrittura, al palcoscenico, alla telecamera e alla cinepresa, i nostri 27 personaggi hanno voluto che queste opere realizzate appunto con Amore, grande creatività e ironia, parlassero per loro, per arrivare al cuore di chi vorrà acquistarle.”
I lavori saranno esposti in preview al pubblico dal 23 al 25 maggio in Palazzo Clerici, sede milanese di Christie’s, in via Clerici 5, dalle ore 10.00 alle 19.00; e dal 27 maggio al 6 giugno negli spazi di Fondazione Paideia in via Caradosso 16 a Milano, dalle ore 10.00 alle ore 18.00.
GLI ARTISTI COINVOLTI
Andy (Bluvertigo), musicista
Biagio Antonacci, musicista
Aldo Baglio (Aldo, Giovanni e Giacomo), attore
Roberto Carlone (Banda Osiris), musicista
Marcello Cesena, attore e regista
Martina Colombari, attrice e modella
Paolo Conte, musicista
Matteo Curti, station manager Radio Deejay
Giuseppe Di Piazza, giornalista e scrittore
Tea Falco, attrice
Giorgio Faletti, attore, scrittore e musicista
Marisa Laurito, attrice
Nicolai Lilin, scrittore e tatuatore
Linus, direttore artistico Radio Deejay
Daniele Luttazzi, attore e scrittore
Carlo Massarini, conduttore radio e tv
Davide Mengacci, conduttore tv
Francesco Paolantoni, attore
Pau dei Negrita, musicista
Virginia Raffaele, attrice
Claudio Santamaria, attore
Francesca Barra, giornalista e scrittrice
Carla Signoris, attrice
Francesco Tricarico, musicista
Carlo Verdone, attore e regista
Dario Vergassola, attore e scrittore
Fabio Volo, conduttore radio tv, attore e scrittore
Il 2 maggio si presenta “I gruppi di Siblings adulti”
“Ogni sibling ha una storia, importante ed unica, da raccontare. Il gruppo è una occasione per non essere soli nell’affrontare un percorso di consapevolezza, nel prendere decisioni nel presente, un prezioso “consulente esterno” a cui affidare dubbi e perplessità e da cui ricevere utili indicazioni, consigli, esperienze”.
La quarta di copertina de “I gruppi di Siblings adulti – Una proposta di metodo per sostenere fratelli e sorelle di persone con disabilità” (a cura di Andrea Dondi, Edizioni San Paolo, 2022) traccia l’essenza di un testo che segue, concettualmente, il libro “Siblings – Crescere fratelli e sorelle di bambini con disabilità” (di Andrea Dondi, Edizioni San Paolo, 2018) per approfondire il tema dei fratelli e sorelle di persone con disabilità, spostando il focus dai bambini agli adulti.
“Negli ultimi tempi l’attenzione al tema dei siblings sta crescendo – racconta il curatore Andrea Dondi – ed il panorama delle forme di supporto a loro rivolte è in evoluzione. La Fondazione Paideia continua ad investire risorse e pensiero nel tentativo di costruire una cultura della disabilità in cui i siblings abbiano un ruolo preciso e riconosciuto; oltre alla attivazione dei gruppi per siblings in età scolare, Paideia ha costituito un coordinamento di operatori che dal 2014 si incontra periodicamente per costruire una rete di risorse e di riflessione condivisa sul tema siblings. Siccome, come afferma Don Meyer, “essere sibling è una questione che dura tutta la vita” nel coordinamento è apparsa chiara l’esigenza di colmare una mancanza storica nel supporto ai siblings di età adulta. Le metodologie di supporto sono infatti concentrate nella fascia di età della preadolescenza ed adolescenza, e per questo esiste una moltitudine di siblings adulti che non ha avuto accesso ad alcuna forma di sostegno. Da questa consapevolezza sono nate iniziative di sostegno specifiche che hanno trovato in questo libro una occasione di sistematizzazione e di divulgazione, al fine di consentire agli operatori di servizi della disabilità adulta di avere a disposizione degli strumenti concreti e affidabili per offrire esperienze di supporto ai siblings che hanno superato la maggiore età.”
La necessità di un testo organico risiede nella delicatezza necessaria ad accogliere i vissuti di siblings che spesso hanno attraversato molte sfide contando solo sulle proprie risorse, con tutti i dubbi e le difficoltà del caso. Rosanna Taberna ed Erminia Colella hanno saputo costruire un percorso di supporto strutturato che consente di accompagnare i siblings in un viaggio temporale in cui possano osservare e dare senso al passato come anche interrogarsi sul futuro all’interno di un contesto protetto e condotto da professionisti. Il metodo è descritto in modo chiaro con dovizia di esempi e testimonianze ed offre una occasione di sperimentare attraverso i “metodi attivi” una possibilità di accesso alle esperienze dei siblings divertente e creativa, una efficace alternativa al gruppo di parola.
Un manuale che vuole essere una guida pratica e uno stimolo concreto per avviare sul territorio opportunità di incontro autentico e di sostegno ai siblings adulti che troppo spesso sono stati nell’ombra e che sempre di più avranno occasione di essere protagonisti della vita dei loro fratelli o sorelle con disabilità.
Il libro verrà presentato lunedì 2 maggio alle 18,30 al Centro Paideia (via Moncalvo 1, Torino), fino ad esaurimento posti disponibili, e contemporaneamente in modalità online. Per partecipare è necessario compilare il form di iscrizione. Grazie!
Nasce “Tutti in sella!”, il servizio di biciclette accessibili di Paideia
Nasce Tutti in sella!, il bike sharing gratuito di Fondazione Paideia, un parco di biciclette accessibili che offre alle famiglie con bambini con disabilità mezzi adatti alle diverse esigenze e specificità. Grazie a un’attività di raccolta fondi sono state acquistate le prime biciclette speciali, che da oggi al Centro Paideia sono a disposizione di tutte le famiglie che vorranno divertirsi con giri in bici sulla bellissima pista ciclabile lungo il Po e in città.
“Il parco di bici speciali offre ai bambini con disabilità e alle loro famiglie momenti di svago, socializzazione e benessere: occasioni che, anche in presenza di gravi difficoltà, possono rivelarsi un supporto fondamentale in primis per i bambini, ma anche per i loro genitori, fratelli e sorelle” dichiara il segretario generale di Fondazione Paideia Fabrizio Serra.
A presentare Tutti in Sella! è intervenuto il Sindaco di Torino Stefano Lo Russo, pronto a testare in prima persona le biciclette in compagnia di alcune famiglie presenti. “Permettere a tutte e tutti – ha affermato il Sindaco Lo Russo – di praticare attività sportiva in modo inclusivo, vivere i parchi cittadini è – da oggi – un altro straordinario merito di questa realtà sociale. Consentire a tutti di fare un percorso di consapevolezza e impadronirsi sempre più della propria vita al di là della disabilità. E in questo percorso ci sta pure un giro in bicicletta. Vogliamo che la disabilità esca di casa e si incontri con la società e i bambini escano a giocare con gli altri, senza sentirsi esclusi ma perfettamente inclusi. Un percorso che rende migliori tutti, ci aiuta a esprimere il meglio di noi.”
“Questo nuovo servizio – racconta Elena Grosso, responsabile attività sportive di Paideia – si inserisce in un programma di proposte sportive partite nel 2018 con la piscina ma che si sono ampliate nel tempo. Abbiamo inserito ogni anno altri sport: minibasket, YAP, boccia paralimpica, danza. Inseriamo la bicicletta perché tutti sanno che fare sport è importante dal punto di vista motorio, educativo, sociale, ma in realtà c’è un aspetto che a noi piace tantissimo in questa proposta: dare degli strumenti a disposizione perché lo sport sia parte del divertimento nella quotidianità, nella vita in famiglia. Fare sport per fare sport insieme agli altri.”
I mezzi sono stati acquistati grazie al contributo di tante persone che hanno scelto di sostenere questa iniziativa. Desideriamo ringraziare tutte le persone che hanno donato in memoria di Maurizio, Guy e Samuele, così come chi si è impegnato direttamente in specifiche attività di raccolta e sensibilizzazione: LUFO Movement, Progetto Tandem Tra me e te, Ci sono anch’io, Comune di Usseaux, Ersel e privati cittadini che ci hanno donato i loro tandem e tricicli. Grazie anche tutte le famiglie che hanno partecipato alle attività di test e a Matteo Basili (Aspassobike) e Stefano Tarticchio per i preziosi consigli. È grazie a tutti voi che questo progetto è diventato realtà!
Le biciclette saranno disponibili ogni sabato di apertura del Centro Paideia su prenotazione.