Quando un’azienda sceglie di stare accanto a Paideia, per contribuire al supporto dei bambini con disabilità e delle loro famiglie, possono crearsi dei legami che si rafforzano negli anni per diventare sempre più importanti e duraturi. È il caso di Drink International S.p.A., che con il marchio Regalidea e le sue confezioni regalo da anni sostiene Paideia e i progetti dedicati alle famiglie con bambini con disabilità.

 

“L’apertura della nuova sede di Milano rappresenta una ulteriore evoluzione nella quasi trentennale storia di Paideia. Grazie alla disponibilità del Gruppo Ersel, da sempre vicino alla Fondazione, avremo la possibilità di usufruire di spazi per accogliere e incontrare le famiglie con bambini con disabilità del territorio, portando il bagaglio di esperienze apprese in questi anni con il nostro approccio Family Centered Care e sviluppando collaborazioni con la rete dei servizi già esistenti.”

Così Fabrizio Serra, Segretario Generale della Fondazione Paideia, racconta l’apertura della nuova sede di Paideia in via Caradosso 16 a Milano.
Gli spazi dedicati a Paideia sono situati nella nuova sede di Ersel S.p.A. che, in continuità con l’impegno filantropico del gruppo, ha scelto di destinare una parte dell’edificio alle attività a favore dei bambini con disabilità e delle loro famiglie.

La Fattoria Sociale Paideia, attiva dal 2019 a Baldissero Torinese, rappresenta un contesto ideale per vivere occasioni di sperimentazione che guardano l’autonomia delle persone con disabilità.

Quattro giorni possono passare velocissimi quando vivi in un mondo magico dove giocare ad essere piccoli topolini in fuga nel Bistrot del vecchio Remy, a sfuggire da cattivissimi mostri o a volare insieme a Peter Pan nei cieli di Londra.
Lo aspettavamo tanto questo viaggio.

 

Perché tra le attività ricreative che offriamo ai bambini con disabilità e alle loro famiglie quella di Disneyland è sicuramente tra le più speciali e questa volta abbiamo dovuto attendere tre anni prima di tornarci.

 

Giovedì 19 maggio siamo partiti alla volta di Parigi. Un’avventura che comincia la mattina presto, con un treno che sfreccia veloce sui binari, diretto in un posto speciale, dove la realtà lascia spazio alla fantasia.
È vero, i giorni passano veloci quando i volti dei bambini sono illuminati dai sorrisi di tutte quelle belle sorprese che solo un viaggio a Disneyland riesce a regalare.

Dal 19 al 23 maggio torna l’appuntamento primaverile più atteso dalla città: il Salone Internazionale del Libro di Torino, giunto alla sua 34esima edizione. Un programma ricco di eventi, anniversari e ospiti internazionali e un tema, “Cuori selvaggi”, che apre al confronto con uno sguardo di speranza verso il futuro.

Anche quest’anno Fondazione Paideia sarà coinvolta in diversi appuntamenti, portando l’esperienza di “Libri per tutti”, il progetto che ha visto, a partire dal 2016, la formazione di una rete di biblioteche ed enti sul territorio piemontese per la diffusione e la promozione di libri tradotti in simboli della CAA al fine di garantire alle persone con disabilità e bisogni comunicativi complessi un accesso autonomo a testi di lettura.

Durante tutta la durata della manifestazione sarà presente una postazione dedicata al progetto “Libri per tutti” presso lo stand AIB – Associazione Italiana Biblioteche all’Oval Lingotto, stand T57. Qui gli interessati potranno richiedere maggiori informazioni e materiali sul progetto e consultare i libri tradotti in simboli dalla Biblioteca editoriale.

Al via la sesta edizione di “Torino che legge”, un progetto della Città di Torino e del Forum del Libro, sostenuto dalla Regione Piemonte e dalla Fondazione CRT e in collaborazione con il Centro UNESCO, promosso in occasione della Giornata Mondiale del Libro e del Diritto d’Autore, celebrata in tutto il mondo il 23 aprile.

Dal 22 al 30 aprile 2022, una settimana con più di 300 appuntamenti fra reading, incontri con l’autore, attività formative, musica, convegni e iniziative per grandi e piccini, che animeranno la città dal centro alle periferie, passando per i comuni limitrofi e coinvolgendo diversi soggetti, pubblici e privati che ruotano intorno alla filiera del libro.

Un progetto che anche quest’anno vede coinvolta Fondazione Paideia con la sua Biblioteca per l’inclusione, in tre appuntamenti speciali.

Domenica 8 maggio si celebra la festa della mamma, una giornata speciale per rendere omaggio a colei che, fin dalla nascita, ci dona amore, sorrisi e carezze.

Quest’anno, per celebrare questo legame speciale, puoi scegliere di festeggiarla con un dono altrettanto speciale, che fa del bene a chi lo fa e a chi lo riceve.

Si terrà sabato 7 maggio l’incontro formativo “Sport e inclusione: parliamone insieme”, una giornata per conoscere più da vicino la pratica sportiva paralimpica, la sua storia e i regolamenti e riflettere insieme sui concetti di accessibilità e inclusione, ripercorrendo il percorso intrapreso da Fondazione Paideia dall’avvio delle attività sportive nel 2018 presso il Centro Paideia alla diversificazione delle proposte dedicate a bambini e ragazzi con disabilità.

Il movimento paralimpico italiano è reduce da un anno di grandi successi: alle 69 medaglie nei Giochi Estivi di Tokyo 2020, si sono sommate le 7 medaglie dei Giochi Invernali di Pechino 2022.

I grandi successi degli atleti e l’attenzione dei media nazionali e internazionali sullo sport paralimpico muovono sempre più persone ad avvicinarsi allo sport praticato da persone con disabilità.

Cresce la voglia di fare sport in ogni fascia di età.

In questo contesto è nata l’idea di proporre un incontro formativo e divulgativo sullo sport, dedicato a genitori, istruttori sportivi, insegnanti, educatori, operatori socio-sanitari e a tutti gli interessati al tema.

L’evento, condotto da Elena Grosso, Responsabile Attività Sportive Paideia Sport SSD, si svolgerà sabato 7 maggio, dalle 10 alle 12, presso il Centro Paideia, in via Moncalvo 1, Torino, fino ad esaurimento posti disponibili, e contemporaneamente in modalità online.

La partecipazione è gratuita.

È passato più di un mese da quando la guerra ha sconvolto l’Ucraina e il suo popolo, toccando la quotidianità di tutti noi.
L’11 marzo – con Cooperativa Pausa Café e Associazione Accomazzi – come Paideia abbiamo attivato una missione speciale al confine tra Polonia e Ucraina, che abbiamo raccontato qui.

Dall’inizio del conflitto ci interrogavamo su quale potesse essere la nostra parte, in tutto questo. E quell’appello di don Volodymyr Moshchych, sacerdote ucraino e cappellano dell’ospedale infantile di Leopoli, che chiedeva di evacuare dalla città alcune persone con disabilità, ci ha condotto verso una risposta concreta. Per provare a fare, nel nostro piccolo, qualcosa che da quasi trent’anni ci appartiene: prenderci cura degli altri, in particolare dei bambini con disabilità e delle loro famiglie.
Oggi le persone che hanno viaggiato con noi hanno trovato casa a Torino, in alcune strutture messe a disposizione dalla Fondazione Paideia, dall’Ufficio Pastorale Migranti e da alcuni privati. Altre se ne sono aggiunte nel frattempo, in arrivo da altre rotte e incrociando altre storie di accoglienza, come quelle di Associazione Domus e Casa Giglio.

In collaborazione con Pausa Café e Accomazzi, inoltre, nei giorni scorsi è stato definito un presidio con due operatori al confine tra Polonia e Ucraina, con base a Przemyśl, per intercettare flussi di profughi diretti in Italia e facilitare i trasporti in coordinamento con il tavolo torinese per l’accoglienza, anche in relazione a possibili situazioni di maggiore criticità. Ci segnalano, ad esempio, un altro bimbo con disabilità in partenza da Leopoli con la sua mamma, che viaggerà verso l’Italia nei prossimi giorni.

Oggi con noi a Torino ci sono già Dmytro, Masha, Regina, Ruslan. Quattro bambini e ragazzi con disabilità che, con le loro famiglie, sono fuggite dai territori di guerra, con uno zaino e poco più. Grazie all’aiuto di tanti donatori che si sono attivati fin da subito e che hanno fatto sentire la loro vicinanza già durante il viaggio di ritorno in Italia, ci stiamo prendendo cura di loro offrendo ospitalità, pasti, vestiario, cure mediche, assistenza psico-sociale e tutto ciò di cui hanno bisogno.

Ogni famiglia è stata affiancata fin dall’arrivo da una delle nostre operatrici dell’equipe di accoglienza e sostegno formata da assistenti sociali, psicologhe ed educatrici. A loro si sono aggiunte una mediatrice culturale, e un’operatrice madrelingua ucraina, per essere il più vicini possibile ai bambini, ai ragazzi e alle loro famiglie.