Cosa facciamo

Ricerca e innovazione

Da sempre ci piace sperimentare, ricercando strategie e soluzioni innovative con i bambini e le famiglie che incontriamo ogni giorno, per guardare insieme al futuro.

In particolare, i progetti presentano alcuni denominatori comuni:

  • l’attenzione a individuare, sviluppare e divulgare strategie funzionali alla costruzione di contesti inclusivi e di apprendimento;
  • il trasferimento dell’azione educativa e riabilitativa in nuovi e reali contesti di vita quotidiana (come gruppi di pari e vacanze in famiglia) che coinvolgano i nostri professionisti e volontari, e i caregiver tutti, insieme ai bambini;
  • dove possibile, la connessione con ambiti accademici e di ricerca nazionale e internazionale al fine di raggiungere ricadute pratiche che impattino sulla vita quotidiana delle famiglie.

Parent training: un percorso per facilitare la relazione tra adulti e bambini con disturbi del neurosviluppo

Genitori, nonni, insegnanti, affidatari, operatori sociali e sanitari e tutti i caregiver di bambini con disturbi del neurosviluppo in età prescolare possono trovarsi ad affrontare grandi fatiche e frustrazioni nella gestione quotidiana dei piccoli, sia per i loro comportamenti problematici, sia per la difficoltà di costruire una relazione e di mantenerli attivi nei diversi contesti di vita.

Per questo cerchiamo di proporre agli adulti strategie chiare, semplici e molto precise che possano essere utili in ogni momento di vita quotidiana e di gioco.  Li aiutiamo cercando di “allenarli” all’utilizzo di strategie educative e comportamentali condivise da utilizzare in diversi contesti (scuola, casa, tempo libero) che possano migliorare la loro relazione con i piccoli: favorire la comunicazione, l’interazione e il gioco, gestire meglio i comportamenti problematici e facilitare l’insegnamento di nuove abilità.

Il percorso rientra all’interno del progetto Caregiver Skills training plus sostenuto dalla Fondazione Compagnia di San Paolo nell’ambito del Bando InTreCCCi, che ci vede come capofila in partnership con i Servizi Sociali e Servizi Educativi del Comune di Torino, in collaborazione con altri enti (ASL città di Torino, OIRM, OMS, Istituto superiore di Sanità, Università Milano Bicocca, Centro Casa Mondovì). 

Cerchiamo di dare risposta alle domande su cosa fare e come fare tramite il modello Parent Training ideato e promosso dall’Organizzazione Mondiale della Sanità: insieme studiamo le strategie e poi proviamo a metterle in pratica così che diventino di uso automatico. Il percorso prevede diversi incontri: alcuni di gruppo, in cui i conduttori mostrano le strategie e tutti provano a metterle in pratica, altri individuali, in cui le strategie sono adattate ai singoli bambini e alla loro vita quotidiana. 

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Qual è l'effetto di questo progetto sulla vita dei beneficiari?

Il punto di forza del progetto è costruire una rete tra tutti gli adulti di riferimento di bambini con disturbi del neurosviluppo condividendo le stesse modalità di relazione, comunicazione e risposta a comportamenti problematici.

Capire il motivo per cui è utile adottare alcuni comportamenti e avere delle strategie pronte permette ai genitori di sentirsi più capaci e di ridurre lo stress da accudimento, favorendo il benessere nella relazione e permettendo ai bambini di migliorare le loro competenze. 

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Al termine del percorso, i risultati sono visibili: la relazione tra adulto e bambino migliora, vengono comprese meglio le richieste, si riesce ad ottenere maggiormente l’attenzione e si instaura una maggior intesa.


SUGAR, SALT AND PEPPER: UN PROGETTO SPERIMENTALE VOLTO A CREARE UN’ESPERIENZA RIABILITATIVA NON TRADIZIONALE

Perché questo nome?

Il nome Sugar, Salt & Pepper rappresenta simbolicamente l’insieme degli ingredienti che danno vita a questo progetto. Sugar vuole indicare quel pizzico di zucchero che mettiamo nel nostro lavoro, quel desiderio di accogliere l’altro, unito ai sorrisi dei bambini di cui ci occupiamo. Salt esplicita l’ingrediente di fatica che simboleggia la difficoltà dei bimbi. Pepper è l’ingrediente in più che regala a tutto il progetto un sapore particolare e più gustoso.

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Il progetto

Sugar, Salt & Pepper – Robot umanoidi per l’autismo” è un progetto sviluppato dal Dipartimento di Informatica dell’Università di Torino, Fondazione Paideia, Jumple e Intesa Sanpaolo Innovation Center che ha l’obiettivo di mettere a sistema le competenze legate alla robotica educativa e sociale con i bisogni dei bambini e ragazzi con disabilità.

Nei laboratori con Pepper proponiamo attività specifiche attraverso le quali favorire l’autonomia e l’acquisizione di obiettivi mirati: la preparazione della merenda, l’utilizzo del bagno, lo svolgimento compiti. Il contesto sperimentale è un contesto domestico e accogliente simile ai contesti di vita dei ragazzi. 

In questo scenario Pepper, pur facendo da spalla all’operatore, risulta essere uno strumento motivante e in grado di tarare le attività a seconda delle risposte e dei risultati ottenuti dai ragazzi. La presenza di un supporto audio-visivo e la dimostrazione di Pepper possono aiutare i piccoli nella pianificazione del compito, eliminando l’ansia e accompagnandoli al raggiungimento del risultato.

Questi laboratori sono importanti perchè costituiscono contesti appositamente strutturati e protetti in cui ogni bambino ha modo di mettersi in gioco. Spesso i bambini con disturbi dello spettro autistico sono attratti dalla tecnologia, per cui l’utilizzo dei robot può rappresentare uno stimolo utile. Trovando in Pepper un soggetto “facilitatore”, sentono un’alta motivazione e intraprendono più facilmente azioni nei suoi confronti.

Pepper infatti interagisce coi bambini durante l’intera durata del laboratorio: li accoglie appena arrivano e li saluta alla fine di ogni laboratorio, riepiloga quanto fatto nell’appuntamento precedente, comunica cosa sarà svolto nell’appuntamento specifico e porge una serie di domande in modo da stimolare il loro ragionamento. In questo senso Pepper incentiva la loro comunicazione, facilitando, per suo tramite, anche la relazione con altri bambini e adulti.


Piani di volo: occasioni di crescita e socializzazione

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Costruiamo insieme l'autonomia

Il progetto sperimentale “Piani di volo” si sviluppa presso la Fattoria Sociale Paideia e si articola in due percorsi differenziati per età che prevedono il coinvolgimento di 12 bambini e ragazzi con disabilità: il percorso dei piccoli, dedicato ai bambini dagli 8 ai 13 anni; il percorso dei grandi, per i giovani adulti tra i 18 e i 26 anni.

Ogni percorso è strutturato in sei weekend, con cadenza mensile. L’obiettivo del progetto è il rafforzamento delle autonomie personali dei bambini e ragazzi coinvolti, che potranno vivere occasioni importanti di crescita e sperimentarsi in attività volte allo sviluppo di competenze.

In particolare, il progetto cerca di potenziare l’acquisizione di strumenti e strategie per gestire meglio la vita quotidiana e di favorire lo sviluppo di nuove competenze personali, di condivisione e di relazione con gli altri. Desideriamo incrementare le occasioni di socializzazione con il gruppo dei pari e potenziare il senso di autoefficacia e di consapevolezza di sé, sostenendo le famiglie nel progettare il futuro dei figli.

Tra i bisogni più importanti portati dalle famiglie c’è quello legato al tema del futuro dei loro figli, che si accompagna a quotidiane riflessioni, paure e prospettive che necessitano di valutazioni attente. “Piani di volo” cerca di offrire occasioni per immaginare concretamente un futuro possibile.

I gruppi si sperimentano in diverse attività, di routine quotidiana, di contatto con la natura, con i suoi prodotti e gli animali della Fattoria, che si alternano a momenti di gioco strutturato e libero, attività musicali e occasioni di relax e divertimento. Durante i weekend, inoltre, i bambini e i ragazzi potranno, in un’ottica di inclusione sociale, confrontarsi con gli ospiti della Fattoria.

A guidare i ragazzi in questa avventura fuori casa sono gli operatori dell’équipe psicoeducativa del Centro Paideia, composta da psicologi ed educatori, uno psicologo dell’Associazione Orimaghi APS e un educatore dell’Associazione Il Riccio Onlus, con il prezioso supporto si un piccolo gruppo di volontari della Fondazione Paideia.

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