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“Tutto nasce da due motivi: Paideia, non inteso come il mio luogo di lavoro, ma come una realtà di cui cerco di parlare ogni volta che posso con conoscenti ed amici, e la mia passione per la corsa” – comincia a raccontarci Marco, responsabile IT della Fondazione Paideia che, insieme alla fidanzata Miriam, ha deciso di partecipare, correndo i 10 km, alla Mezza di Torino che si terrà il 19 giugno.
L’evento, organizzato da Base Running e Rete del Dono, unisce lo sport alla solidarietà grazie a un Charity Program che sostiene le Onlus aderenti.
“Quando ci siamo iscritti, lo scorso anno (l’edizione è stata poi posticipata a casa dell’emergenza sanitaria) correvamo solo da un annetto. – continua Miriam – La corsa è un’attività che consideriamo “di coppia” perché quando ci siamo conosciuti non eravamo troppo sportivi, anzi… avevamo un sacco di abitudini poco salutari e, insieme, ci siamo dati manforte per migliorare. Sono stata io a proporre a Marco di venire a correre con me e gli è piaciuto da subito tantissimo!”
“Poi è stato lui a conoscere dei corridori che proponevano allenamenti su strada: anche se all’inizio è stata dura, l’ho seguito e ora abbiamo un nuovo gruppo molto affiatato, con un allenatore presente e persone che sono diventate amiche, con cui non solo facciamo sport, ma ci concediamo momenti di relax e anche…scoperte gastronomiche!”
Partecipare in coppia, raccogliendo fondi per Paideia, è stata una proposta di Marco.
“Come coppia ci sosteniamo molto l’un l’altro e anche nella corsa è stato subito così – ci racconta lui – Mi rendeva felice l’idea di correre insieme per le famiglie e i bambini di Paideia. Tra l’altro, Miriam è molto più brava di me a comunicare e per la promozione social il suo contributo è determinante!”
“Una competizione sportiva solidale è una sfida nella sfida: la corsa è una gara prima di tutto con se stessi; nella nostra vita quotidiana noi cerchiamo sempre di aiutare gli altri e siamo entusiasti che ora finalmente si possa scendere in campo e correre per offrire ore di terapie ai bambini seguiti al Centro Paideia”.
“Credo che la corsa sia un tipo di sport che ben si accosta alla solidarietà – interviene Miriam: è vero, è uno sport individuale, ma, ad esempio, io da sola non riuscirei a raggiungere gli obiettivi che mi sono prefissata. A livello di sforzo fisico ce la metterò tutta come le altre gare, ma questa volta correrò per due giuste cause. La motivazione solidale è il miglior tifoso e incitamento!”
“Nella corsa la parte mentale ha un’importanza pari a quella fisica, più la gara è lunga più la componente psicologica è importante: se qualcuno ti sostiene, ti sorride, ti incita acceleri e fai meno fatica. Quasi è più uno sport di squadra!” commenta Marco.
Una parte significativa dell’esperienza è accostare all’impresa sportiva la raccolta fondi. “I nostri amici e le nostre famiglie non sono rimasti sorpresi, conoscendoci bene. – conclude Miriam – Parlando della Fondazione c’è molta curiosità e da subito abbiamo riscontrato grande entusiasmo. Al di là di questo evento, noi raccontiamo molto sia della corsa che della quotidianità che Marco vede e condivide in Paideia. Lo sport ci ha migliorato non solo fisicamente, ci fa sentire meglio in generale. Io mi sono scoperta più paziente e resistente. Riesco a tenere la giusta distanza dalle cose e credo che aiutare gli altri sia qualcosa che fa molto bene anche a livello personale”.
“Ci rende molto felici pensare che queste due cose – la corsa e Paideia – che sentiamo tanto vicine a noi, si possano tenere per mano in questa occasione”.
Qui potete sostenere l’impresa sportiva e solidale di Marco e Miriam:
https://www.retedeldono.it/it/iniziative/fondazione-paideia/marco.verzicco/miri-e-marco-per-paideia