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La magia di Estate Paideia

Anche quest’anno più di cinquanta famiglie partecipano ad Estate Paideia, il progetto nato per offrire alle famiglie con bambini con disabilità momenti di svago, benessere, amicizia e felicità. Tra luglio e agosto, per sei settimane, le famiglie coinvolte trascorrono una settimana di vacanza nella splendida cornice di Orsolina28 Art Foundation a Moncalvo, centro internazionale di danza sulle colline dell’astigiano. Perché questo è un progetto così importante? Che cosa significa vivere questa esperienza? Abbiamo chiesto ad Elisa, che da 5 anni lavora nello staff comunicazione della Fondazione, di raccontarci la settimana appena vissuta, con tutte le emozioni che “Estate Paideia” porta con sé.

Si creano legami in così breve tempo perchè si dimenticano un po’ i ruoli della quotidianità e si è tutti insieme a costruire un’avventura. 

Io la chiamo magia. Perchè ogni volta che torno da Estate Paideia e qualcuno mi chiede “Come è andata?”, mi sembra che le mie parole non bastino mai a raccontare l’esperienza. E allora dico sempre “È stata una magia”, per rendere l’idea della forza, degli effetti straordinari che questi giorni hanno su tutti noi che la viviamo.

Sono giorni così diversi da un semplice vacanza, così preziosi per tutti. Per i bambini, che non devono cercare con chi giocare, perchè c’è sempre qualcuno che glielo propone per primo, per i genitori, che possono godersi l’amore delle loro famiglie e trovare negli altri uno specchio accogliente e rinforzante, per noi volontari, per la comunità che si viene a creare in brevissimo tempo, per l’amore che riceviamo.

Si crea un micromondo dove non c’è giudizio, solo collaborazione. Si creano legami in così breve tempo perchè si dimenticano un po’ i ruoli della quotidianità e si è tutti insieme a costruire un’avventura.

Appena arrivata ogni famiglia viene portata alla sua tenda, si spiega come è organizzata la giornata e tutte le attività che si possono fare. Nel giro di due ore si è già tutti insieme in piscina e nel giro di ventiquattro ore ci si è già conosciuti e si è scherzato con tutti, grandi e piccini. Il secondo giorno, senza neanche accorgersene, sei già parte di un grande gruppo di amici. E quando senti il grido “Tutti in piscina!” sai che quel grido chiama anche te, e in un attimo ti trascina.

La magia di Estate Paideia

Dopo aver condiviso una buonissima colazione, la giornata inizia con un’attività da fare tutti insieme come raccogliere frutta o verdura nell’orto, scoprire le erbe aromatiche, andare a raccogliere le uova nel pollaio. E poi tutti in piscina, dove ci aspetta Leonardo, l’istruttore che aiuta tutti i ragazzi a imparare a nuotare. Leo, sempre circondato di bambini, passa ore e ore nell’acqua cercando di trovare una corsia utile per nuotare, schivando palle che saltano nell’aria, bimbi che si tuffano ridendo forte e gruppi che giocano ad acchiapparella. A un certo punto si sente “Tutti a fare pranzo!” e, all’ombra di grandi tavoloni, ci si siede tutti insieme.

Poi un momento di pausa, un pò di giochi liberi, e il pomeriggio scorre via senza pensieri tra tante attività. Cosí si ricomincia: “Tutti a fare i biscotti!” o “Tutti a ballare hip-hop!”, “Tutti a fare yoga!” o ancora “Tutti a fare merenda!”. Noi volontari con i bimbi siamo sempre parte di quel “tutti”, mentre i genitori che hanno voglia di prendersi del tempo tutto loro possono provare altre attività come pilates, palestra o giri in bicicletta.

Il pomeriggio passa veloce e ci si ritrova di nuovo in quei bei tavoli lunghi, sotto le stelle, col tramonto da un lato e la luna dall’altro, con tanti giochi da fare insieme, a raccogliere le tante storie che lì si sono incontrate. Perché a volte durante la giornata ci si ritrova a parlare, ma spesso ci si interrompe per seguire il gruppo. La sera però, quando c’è più calma, mentre i bambini giocano e si occupano di fare ridere i grandi con i loro racconti profondi e naturali, che non necessitano di mediazione perché sistemano tutto tra loro, gli adulti si godono il momento, e quei discorsi vengono ripresi. Ci si inizia a raccontare a pranzo, si continua in piscina e si finisce la sera, dopo cena, nel giardino. Si parla tanto, con occhi e toni a volte spensierati, altre volte più profondi e personali, ci si confronta sui percorsi di ognuno. Una mamma ha raccontato che è stato un anno pesante per la sua famiglia, che i primi giorni tutti insieme di questa vacanza era titubante su come sarebbe potuta andare, ma alla fine insieme a suo marito sono riusciti a sciogliersi e a godersela perché vedere i bimbi che giocano tranquilli con altre persone li ha fatti rilassare e ritrovare.

Quella sera ovunque mi girassi ho trovato qualcuno che mi ha teso la mano perché voleva ballare con me.

Solo una sera non abbiamo proprio parlato, perchè abbiamo ballato! Quella sera ovunque mi girassi ho trovato qualcuno che mi ha teso la mano perché voleva ballare con me. Una serata che ricorderò per le parole di Samu, un ragazzo che io non ho mai sentito parlare ma che ho cercato di fare sciogliere ballando, che, rivolto alla mamma, esclama “É divertente!”. E poi Matte, che, senza smettere di muoversi sfrenatamente, mi dice “Non voglio che finisca”. Lo ammetto, anche io avrei ballato tutta la notte insieme a loro.

Vedere che tutti si occupano di tutti, che nessuno è lasciato indietro, mai.

La cosa più bella? La gioia dei ragazzi che fanno gruppo, si salutano il primo giorno con imbarazzo poi li unisce un pallone, un biliardino, la scoperta dei bruchi… e via, sono amici e si aiutano. Vedere che tutti si occupano di tutti, che nessuno è lasciato indietro, mai. Che nell’orto un papà mette la crema solare non a suo figlio, ma a tutti quelli che ne hanno bisogno, che quando si esce dall’acqua una mamma va a fare la doccia con un gruppo di quattro di cui solo uno è suo figlio, che una volontaria tremante corre a prendere gli asciugamani di ogni bimbo che deve uscire dall’acqua per non fargli prendere freddo e poi li veste tutti insieme, cantando. Adoro stare dietro a quel gruppo, non perdermi un istante di quella gioia collettiva, quella semplicità di una felicità che nasce dalla leggerezza dello stare insieme, sono i momenti per i quali voglio dire grazie.

Quanto sarebbe bello se il mondo fosse sempre cosí? Se ogni difficoltà venisse accolta con la semplice voglia di aiutare l’altro? È per questo che dico che Estate Paideia è magia.

Per me ogni Estate Paideia è così. Ci si saluta, ma nessuno va per la sua strada. Ripenso spesso alle famiglie e ai volontari che ho incontrato, loro dal mio cuore non se ne vanno mai, e quando scopro che per loro è lo stesso, ecco, sono davvero felice.

Elisa