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Abbiamo immaginato Insieme – il festival di Paideia, come uno spazio per incontri, dialoghi e confronto. Un’occasione dedicata a tutte e tutti per raccontare storie, condividere strumenti, individuare bisogni e sfide emergenti.
In questi mesi lo abbiamo visto prendere forma giorno dopo giorno e ciò che ci ha più emozionato è stata proprio la partecipazione delle tante persone che sono passate a trovarci: anche quest’anno abbiamo vissuto due giornate di emozioni, sorrisi e incontri, che porteremo nel cuore.
“Insieme” è stato soprattutto una festa, due giorni di incontri, intrattenimento e divertimento ma anche discussione, riflessione e impegno per accendere un riflettore sul tema della disabilità. Tante le voci che abbiamo ascoltato sul palco del Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Torino, tante le esperienze e gli sguardi di coloro che sono “esperti per esperienza”.
Il tema chiave di questa nuova edizione del festival è stato “insieme”, perché solo mettendoci in ascolto gli uni degli altri riusciremo a diventare una società in armonia, capace di rispondere ai bisogni delle persone, andando oltre il concetto di inclusione, verso la partecipazione.
La prima giornata di Festival si è aperta con un intervento di Francesca Fedeli, caregiver e alleata delle persone con disabilità, ci ha poi raccontato il suo coraggioso viaggio da caregiver, mamma di un bambino con paralisi cerebrale infantile, a imprenditrice sociale, con la fondazione, insieme al marito, di Fightthestroke, della quale è presidente, fondazione nata con l’obiettivo di aggregare e dare supporto alle famiglie e alle persone con paralisi cerebrale.
Caregiver, un profilo riconosciuto e delineato normativamente in Italia solo nel 2017, e per il quale recentemente è stato istituito un tavolo tecnico per l’elaborazione di una legge nazionale che ne riconosca il ruolo. Un ruolo che in Italia sarebbe ricoperto da 7-8 milioni di cittadini, oltre il 60 % dei quali donne e il 30% in età lavorativa. A loro è stato dedicata la prima tavola rotonda della giornata, a cui hanno partecipato Maurizio Arduino, psicologo responsabile SSD Psicologia e Centro Autismo e Sindrome di Asperger ASL CN1, Silvia Ciresa, coordinatrice innovazione, sviluppo e advocacy Fondazione ANT, Francesca Fedeli, presidente della Fondazione FightTheStroke, Fabrizio Serra, Segretario Generale Fondazione Paideia, e Livio Tesio, Direttore Welfare Regione Piemonte.
La mattinata si è conclusa con l’intervista di Andrea Malaguti, direttore de La Stampa, al primo ospite internazionale del nostro festival: Maria del Mar Galceràn Gadea, prima deputata con sindrome di Down. La deputata regionale spagnola e membro delle Corts Valencianes ci ha raccontato il suo percorso da attivista a politica e i pregiudizi che ha dovuto affrontare: “Il pregiudizio principale che ho affrontato sono le barriere mentali e i limiti che le persone hanno nella propria testa. Perché quando vedono una persona con disabilità non vedono una persona ma vedono una disabilità e invece bisogna rendersi conto che siamo davanti ad una persona con capacità, con abilità, che sa fare qualcosa. Noi non lottiamo per i nostri diritti perché i diritti ce li abbiamo. Lottiamo per avere opportunità. E come io ho avuto tante opportunità, spero, voglio e lavoro perché tanti bambini e bambine con disabilità possano avere queste opportunità.”
Nel pomeriggio abbiamo percorso un ideale giro d’Italia, alla scoperta dei percorsi e delle possibilità per i giovani e le giovani con disabilità, con il racconto delle esperienze di diverse regioni d’Italia . Insieme a Giulio Antonini, direttore dei Servizi Sociosanitari di ASUGI (Friuli-Venezia Giulia), Enrico Giraudo, direttore generale Consorzio Monviso Solidale (Piemonte) Marta Migliosi, attivista per i diritti delle persone con disabilità, con focus sulla vita indipendente (Marche), Samuele Pigoni, Segretario Generale Fondazione Time2, e Cecilia Sorpilli, pedagogista e counselor, autrice del volume “Essere madri di figli con disabilità” (Emilia-Romagna), abbiamo ragionato su cosa voglia dire una vita indipendente. Vita indipendente come riconoscimento di pieni diritti, autodeterminazione ed empowerment della persona con disabilità, che non può prescindere da aspetti etici, politici e culturali.
Il significato non solo di partecipare, ma di essere ascoltati, esprimere idee, emozioni, aspettative, ma avere anche potere sulle proprie scelte, su di sé, sul proprio corpo, sul luogo dove vivere, che relazioni sociali intrattenere, da chi farsi aiutare. Ci sono sempre implicazioni politiche e culturali che influenzano la capacità di esprimere e realizzare bisogni, desideri e aspettative. Vita indipendente come opportunità per ripensare alle etichette: si continua a parlare di disabilità accostandola al concetto di fragilità ma, come ci ricorda Cecilia Sorpilli, la disabilità mette di fronte a tante sfide e affrontarle significa non essere fragile, fragile è ciò che non permette alla persona con disabilità di avere diritti pari agli altri.
Enrico Galiano, uno dei professori più amati d’Italia, ha raccontato sul palco del festival la bellezza dell’essere fragili, come “le foglie d’autunno”, che sono più belle proprio un attimo prima di cadere. Occorre riconquistare il diritto alla fragilità, che non è debolezza, ma è tornare ad essere veramente noi stessi, con tutti i nostri errori e le nostre cadute. Perché essere fragili significa essere umani.
L’ultima parte del pomeriggio è stato dedicato ad un focus sui siblings, fratelli e sorelle delle persone con disabilità. Un talk che si è aperto con una sorpresa per Paideia e per tutto il pubblico: un videomessaggio di Michela Giraud!
Valentina Perniciaro e Suor Veronica Donatello, insieme ad Andrea Dondi, ci hanno raccontato la loro esperienza, da madre e da sorella di una persona con disabilità: è necessario fare rete e costruire insieme quel tessuto sociale e comunitario che permetta ai ragazzi e alle ragazze che si trovano a vivere la disabilità in famiglia di non sentirsi completamente diversi, completamente marginali. La sfida è creare un’architettura della cura, delle comunità in cui veramente ci si prenda in carico l’uno con l’altro, perché il futuro si può costruire insieme.
La prima giornata del Festival si è conclusa con uno spettacolo unico: Elio e la sua band di giovani virtuosi ci hanno fatto divertire e cantare con l’anteprima dello spettacolo “Quando un musicista ride”.
I lavori della domenica si sono aperti con un dialogo dedicato al tema disabilità e sessualità. Ne abbiamo parlato con Rossana De Michele, AD storielibere.fm, Guido Leonti, psicologo, psicoterapeuta e sessuologo clinico, Arianna Porzi, presidente ANGSA, Torino ODV e Vicepresidente del CAP, Valentina Tomirotti, giornalista e attivista, e Marina Viola, giornalista, scrittrice e blogger, in una tavola rotonda condotta da Tiziana Platzer, direttrice Torinosette. Nella nostra società parlare di sessualità è ancora spesso un tabù, ancor più se associato al tema della disabilità. Occorre però vederla come una tappa importante nella crescita, con i suoi bisogni emotivi e fisici, che deve essere affrontata come qualcosa di naturale nel percorso di una persona con disabilità, così come nel percorso di crescita di ogni persona.
Abbiamo poi parlato di inclusione a scuola, tra teoria e pratica, riflettendo sull’importanza del renderla una prassi quotidiana, perché la scuola senza inclusione non è scuola. Con noi a parlarne Concetta Aprigliano, Docente di Lettere Istituto Bosso Monti Torino e membro del Gruppo Tecnico di Torinoretelibri Piemonte, Paolo Bianchini, Professore Ordinario Dipartimento di Filosofia e Scienze dell’Educazione, Università degli Studi di Torino, Rachele Furfaro, Fondatrice delle Scuole Internazionali «Dalla parte dei bambini» e Presidente della Fondazione FOQUS Fondazione Quartieri Spagnoli ETS, e Dario Ianes, Past Full Professor in Inclusive Education.
La mattinata si è conclusa con l’intervista di Roberto Pavanello de La Stampa a Giorgio Chiellini, campione di sport e solidarietà, che ci ha raccontato la sua storia di impegno sociale, dagli inizi con un progetto teatrale in adolescenza, alla nascita degli Insuperabili.
A chi appartiene la città? È davvero per tutti?
Con questa riflessione abbiamo aperto i lavori dell’ultimo pomeriggio di festival. Insieme a Ludovica Billi e Chiara Bucello, fondatrici The Deaf Soul, Stefano Boeri, architetto, urbanista e teorico dell’architettura, Carmine Festa, caporedattore Corriere della Sera ed. Torino, Jacopo Rosatelli, Assessore alle politiche sociali e pari opportunità della Città di Torino, Alberto Vanolo, professore di geografia politica ed economica presso il Dipartimento Culture, Politica e Società dell’Università degli Studi di Torino, e Roberta Zendrini, attività educative, accessibilità e inclusione OGR Torino, ci siamo interrogati su cosa significa pensare ad una città veramente attenta ai bisogni di tutti, che sappia accettare la presenza di altri linguaggi, altri modi di comunicare e di essere. C’è ancora tanto lavoro da fare per migliorare l’accessibilità e l’inclusione, ma è importante anche riconoscere i piccoli passi che si stanno facendo e condividere spunti e soluzioni pratiche per un cambiamento positivo.
Tutti i video dei talk saranno presto disponibili sul nostro canale Youtube.
Dopo una speciale visita guidata alla scoperta del nuovo progetto di accessibilità del Museo Egizio, Torino, realizzato con un investimento di quasi 500.000 euro nell’ambito del PNRR e diverse realtà coinvolte dal gruppo interdipartimentale del Museo, tra cui proprio Fondazione Paideia, ci siamo ritrovati al Conservatorio per l’attesissimo finale: lo spettacolo di teatro disegnato di Gek Tessaro.
Il nostro secondo festival non poteva che finire così, con un teatro pieno delle voci e delle risate dei più piccoli, incantati e divertiti di fronte alla magia dei “bestiolini”.
Questi due giorni sono stati animati anche da tante attività di piazza che hanno colorato Piazza Bodoni di emozioni e risate! Abbiamo esplorato il variopinto mondo della frutta con il Frutta Party by Battaglio, ci siamo divertiti con la musica, meravigliati di fronte a tante storie fantastiche, messi alla prova con tanti laboratori creativi e nuove sfide sportive.
Grazie a tutti coloro che hanno partecipato a questa due giorni di talk e attività, perché ci avete dimostrato che siamo in tanti a credere che è possibile costruire una società più responsabile e attenta ai bisogni di tutti.
Grazie a tutti i bimbi e le bimbe che sono passati a trovarci in piazza, partecipando ai laboratori, alle letture e alle attività sportive.
Grazie a chi ha deciso di essere al nostro fianco e di sostenerci attraverso uno dei nostri prodotti o con una donazione.
Un grazie speciale va ai nostri volontari e volontarie, le nostre fantastiche “magliette rosse”, senza le quali tutto questo non sarebbe stato possibile.
Grazie a tutti coloro che hanno creduto in noi e che ci hanno permesso di realizzare questa seconda edizione di “Insieme – il festival di Paideia”: Gruppo Fenera, Battaglio Frutta, Borgione, Galup1922, MoleCola, Alberto Marchetti Gelaterie, Acqua Eva, Modo Rent e Rear.
Un ringraziamento speciale a Idee al Lavoro, Produzioni Fuorivia, CulturAbile – Audiodescrizione e Sottotitolazione, Alatha ETS. Grazie alla Città di Torino e alla Regione Piemonte.