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“Il Servizio civile? È molteplicità, inclusione, convinzione”. Le storie di Anna, Elena, Angel e Claudio

All’avvicinarsi del temine delle consegne delle candidature per il bando 2019 (che scadrà il 10 ottobre alle ore 14, tutte le informazioni qui) abbiamo deciso lasciare la parola a chi è stato con noi in questo primo anno di Servizio Civile.

Anna, Elena, Angel e Claudio sono i quattro volontari che hanno lavorato fianco a fianco con lo staff della Fondazione Paideia in questi mesi, mettendosi in gioco in tante attività diverse.

Il loro racconto comincia dai ricordi più belli dall’inizio del percorso ad oggi: l’euforia nel ricevere l’email dalla quale tutto è partito, l’entusiasmo alla fine del primo evento “importante”, guardandosi e rendendosi conto di aver lavorato all’unisono, con soddisfazione e armonia. L’immagine di loro quattro insieme – custodito in foto preziose – e un insegnamento, imparato soprattutto dal contatto con i bambini, da tenere stretto: non è il risultato l’unica parte importante, conta la condivisione lungo la strada. Allora sì che puoi dirti veramente in cammino.

 

Una parola che racconti quest’anno

Per raccontare quest’anno di Servizio Civile “ esordisce Elenascelgo la parola molteplicità, riferita alle tante cose che abbiamo fatto, alle persone incontrate, alle esperienze vissute, ai professionisti con cui abbiamo collaborato”.

Per Angel e Claudio la scelta ricade sulla stessa parola: “Inclusione. L’abbiamo toccata con mano durante l’estate Paideia (esperienza di soggiorno estivo con famiglie con bimbi con disabilità e tanti volontari), ricordiamo l’allegria e il calore della colazione la mattina con tutti i volontari. Ma intendiamo anche tutto gruppo di lavoro con cui ci siamo rapportati e noi quattro in particolare, tra cui c’è stata tantissima collaborazione.

Conclude Anna: “Io scelgo la parola convinzione: questa esperienza mi ha aiutato ancora di più a capire quale voglio che sia la mia strada e a percorrerla con motivazione.”

 

Una cosa di cui ci siamo alleggeriti e una cosa che portiamo via con noi

Comincia Angel: “Ho scelto di lasciare fuori per un po’ la mia formazione specifica e in cambio ho guadagnato poliedricità e versatilità; fare tanto, fare di tutto e imparare che puoi farlo, è stato un allenamento prezioso e interessante.”

Anna racconta: “Prima del Servizio Civile vedevo l’idea del cambiamento come una cosa individuale: qui ho capito che stare con gli altri mi motiva, è una grande spinta a perseguire con ancora più determinazione i miei obiettivi.”

Claudio aggiunge: “Io mi sono liberato della paura di non essere perfetto e di fallire. Qui se fai un errore tutti sono pronti ad aiutarti a rimediare; porto via con me la consapevolezza che continuerò a frequentare la Fondazione come volontario.

Elena conclude: “Non so ancora raccontare esattamente cosa ho lasciato andare, ma so che di certo il mio bagaglio di rapporti umani e sicurezza in me stessa è cresciuto molto!

 

Perché fare il servizio civile

Per me il Servizio Civile è una scelta consigliatissima” spiega Elenaè un’esperienza lavorativa che ti permette di costruirti una rete di relazioni ed è molto importante e costruttivo a livello di possibilità di confronto”.

Per me” aggiunge Angel è un modo per dare il proprio contributo a livello sociale e, allo stesso tempo, è un’opportunità di formazione che apre tante nuove prospettive; una culla per il proprio futuro professionale

Nel mio caso “ interviene Anna “ è stata una prosecuzione coerente con il mio percorso, ma anche un modo per cambiare prospettiva, assecondando nuovi spunti”.

Conclude Claudio:Se il progetto ti corrisponde, la cosa indubbia è che cresci! Cresci dal punto di vista personale e dal punto di vista lavorativo. Io ora so di poter affrontare i colloqui per altri lavori in modo diverso e di essermi costruito una solida rete di relazioni.

 

Un anno di Servizio Civile in Fondazione Paideia: 4 posti disponibili