La scelta di Maria Grazia: “Una donazione in memoria per ricordare i miei genitori”

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La scelta di Maria Grazia: “Una donazione in memoria per ricordare i miei genitori”

“Il tempo che si dedica alle persone è un regalo che fiorisce in qualcosa di positivo. Lo racconta ‘Il piccolo principe’, libro che mia mamma amava moltissimo. Questo è il punto di partenza: volevo trovare qualcosa di concreto per ricordare i miei genitori, che sono mancati nel 2018 e 2020.” Inizia così il racconto di Maria Grazia, che ha scelto di dedicare alla Fondazione Paideia una donazione in memoria dei suoi genitori.

“Per tutta la vita – racconta Maria Grazia – i miei genitori sono stati insegnanti. Mia mamma ha iniziato lavorando nelle scuole elementari e poi scuole medie, mio papà alle superiori. Hanno sempre creduto, entrambi, nel valore di poter dare a tutti delle opportunità: si sono sempre spesi per mettere i bambini e i ragazzi nelle condizioni migliori, affinché l’educazione permettesse loro di raggiungere degli obiettivi, anche in situazioni di difficoltà. Ecco, ho pensato che il contesto in cui Paideia opera li avrebbe soddisfatti, in particolare l’idea di supportare e dare opportunità alle persone che seguite mi ha dato serenità.”

Il primo passaggio è stata una visita in Fondazione Paideia, per approfondire la conoscenza della realtà e le attività. “Io e mio marito siamo venuti in sede e abbiamo incontrato Vanessa, che ci ha raccontato nel dettaglio le modalità di intervento. La cosa che ci ha colpito di più, oltre alla serietà, è stato il ventaglio di modalità con cui voi cercate di aiutare i bambini con disabilità e le loro famiglie. Ho visto un impegno molto profondo ma allo stesso tempo anche molto operativo, con grande attenzione non solo al singolo bambino ma al contesto familiare.”

“Questo – confessa Maria Grazia – è un aspetto che mi colpisce personalmente, ho fatto anch’io tanti anni l’insegnante, mi sono resa conto che qualunque difficoltà o fragilità interagisce col contesto familiare. Quanto più il contesto familiare è supportato, tanto è più facile aiutare i ragazzini. Quindi sono rimasta piacevolmente colpita da questa rete che costruite attorno alle famiglie, un supporto veramente prezioso.”

Dopo il primo momento di confronto, Maria Grazia e suo marito hanno scelto di dedicare una quota della donazione finalizzata alla formazione degli operatori e un’altra libera, che fosse dedicata ai progetti su cui c’è maggiore urgenza e bisogno di intervento. “Il sostegno alle attività formative si riaggancia alla storia della mia famiglia: come dicevo i miei genitori sono stati insegnanti, così come lo sono stata io. Ritengo che la formazione del personale in questo meccanismo sia fondamentale, per offrire a chi segue i bambini strumenti di un certo livello. Oltre a questo, volevamo offrire un contributo che permettesse alla Fondazione di avere mano libera per intervenire dove serve maggiormente. Inoltre abbiamo anche usufruito del programma di ‘matching’ che offre l’azienda multinazionale per cui mio marito lavora: è prassi che, a fronte di una donazione effettuata da un dipendente, l’azienda effettui a sua volta una donazione della stessa cifra.”

"Il vostro non è uno spazio dedicato soltanto alle persone che hanno delle disabilità...è un arricchimento per tutti"

“Un’altra cosa su cui mi sono ritrovata molto quando abbiamo approfondito le attività di Paideia – racconta Maria Grazia – è l’aspetto dell’inclusione. Il vostro non è uno spazio dedicato soltanto alle persone che hanno delle disabilità, ma è aperto a tutti. Quando possibile è davvero un bene che le persone e le attività possano essere messe a confronto, è un arricchimento per tutti. Mi piace anche l’idea di potervi passare a trovare, magari prendendo un caffè al bar, e sapere che lì ogni giorno accade qualcosa, nella continuità per il futuro e nella concretezza per il presente.”

“Ho pensato – conclude Maria Grazia – che questa donazione possa rappresentare un ringraziamento per i miei genitori. Un modo per essere grata della loro attenzione negli affetti, nel donare, nella cura che hanno avuto per le persone. Ecco perché ho apprezzato tantissimo il lavoro che state facendo e ho pensato che sicuramente i miei genitori apprezzerebbero questa scelta. Non so se possono vederlo, ma credo di sì. E se il loro ricordo certamente non svanirà mai, mi piace pensare che ci sia qualcosa in più: attraverso queste attività i bambini cresceranno, avranno le loro storie, la loro vita, qualcosa che continuerà. Come un seme che abbiamo gettato e che, nel tempo, continua a dare frutto.”