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“Cosa hanno rappresentato per me questi giorni, al di là delle emozioni, della gioia di stare con mio figlio, di conoscere persone nuove, di creare relazioni? La possibilità di dare a Samuele — un ragazzo di 20 anni che non parla, non vede e si esprime con enorme fatica — l’occasione di urlare al mondo la sua forza, la sua identità. Ancora una volta, Samuele ha preso l’ennesima laurea.”
Andrea inizia così il suo racconto di quei giorni in alta quota quando, in occasione dei XII Giochi Mondiali Invernali Special Olympics di Torino (la manifestazione sportiva che si è svolta dall’8 al 15 marzo, coinvolgendo oltre 1.500 atleti e atlete da 102 Paesi del mondo), ha sciato insieme al figlio sulle piste di Bardonecchia per la dimostrazione di MATP (Motor Activity Training Program, programma riservato agli atleti e atlete con disabilità profonde), facendo da apripista alle gare di discesa Gigante e Speciale.
Un’emozione condivisa con due atleti slovacchi con cui Andrea e Samuele condividono una storia di vita molto simile: Michael, 19 anni, e suo papà Miroslav, anche loro specializzati nella disciplina dello ski sitting: “Salendo sulla seggiovia le gambe mi tremavano, io e Samuele non avevamo mai sciato prima con Michael e Miroslav.”
Insieme hanno affrontato due discese padre-figlio e l’arrivo tra gli applausi e il boato della folla: “Eravamo raggianti. Il mondiale lo respiri subito, dai colori, i modi di fare, i sorrisi delle persone.”
Una giornata che è stata anche una piccola rivoluzione: “Partecipare con lo ski sitting a quella giornata è stato un momento storico. Il sitting non è ancora inserito tra le discipline di gara ai Mondiali, ma speriamo che questa visibilità porti ad un cambiamento nei prossimi anni.”
Una disciplina che Andrea ha scoperto per la prima volta 12 anni fa, nella sede di Fondazione Paideia, in occasione di una serata di presentazione organizzata per avvicinare i bambini e i ragazzi con disabilità allo sport: “Appena ho capito come funzionava ho pensato ‘Questo è per noi!’ e da lì è iniziato il nostro percorso con il sitting insieme a Freewhite e poi Fondazione Time2, Sciabile e Special Olympics.”
Un percorso non sempre facile: “La preparazione per il sitting non è così immediata. Per i primi due anni mi sono dovuto allenare trasportando nel guscio dei sacchi di sabbia, mentre Samuele si allenava con gli istruttori. Solo dopo tanta pratica è arrivato il momento di sciare insieme. E l’emozione di leggere per la prima volta il nome ‘Samuele Tron – Atleta’ su un pass di gara. Ti cambia proprio la prospettiva.”
“Dopo aver ricevuto la diagnosi di Samuele 19 anni fa”, ci confida Andrea “ho avuto la sensazione che non sarei più riuscito a gioire, a cantare in macchina con spensieratezza. Lo sci per me è sempre stata una passione, è sempre stato presente nella mia vita e in quel viaggio di ritorno dall’ospedale con Samuele neonato ho realizzato che non avrei mai potuto sciare con lui, condividere con lui questa gioia…Poi 12 anni fa tutto è cambiato.”
“Non sono mai riuscito a giocare davvero con Samuele, per me è sempre stato doloroso non avere una reciprocità, non capire il suo umore. Sulla neve invece cambia tutto, con lo sci abbiamo imparato a stare insieme ed essere felici. Sciando insieme condividiamo la gioia. Samuele sorride, è euforico.”
Tornando a quella giornata ai Mondiali Special Olympics di lunedì 10 marzo, Andrea racconta che diverse persone che non li conoscevano hanno fermato lui e Samuele dopo la dimostrazione ringraziandoli e dicendo di aver dato loro una speranza.
“Diventare un atleta è faticoso ma bisogna provare. Per me a volte è complicato sciare con Samuele perché non riesco a capire quando è stanco, a volte ho dei momenti di sconforto perché non mi risponde come mi aspetterei. Mi faccio molti pensieri, poi magari mi rendo conto che non è a suo agio semplicemente perché non gli ho messo bene uno scarpone! A volte capita di chiedermi se come padre sto facendo la cosa giusta…Ma il mio consiglio è sempre quello di provare e non mollare.”
Come si stanno allenando e quali sono i prossimi obiettivi?
“Samuele ed io ci alleniamo a sabati alterni, lui scia con il maestro e oltre al sitting sta sperimentando il trotti, un manubrio che gli permette di stare in piedi nella discesa. Quello che vorrei è che facesse più esperienze da solo, senza la mia presenza , come fanno i ragazzi di diciannove anni: vorrei trovasse un accompagnatore della sua età con cui condividere la gioia dello sci.”
Grazie ad Andrea e Samuele per aver condiviso con noi la loro storia di amore per lo sport e questa bella esperienza con Special Olympics!
https://www.youtube.com/watch?v=ZffR7ZuPqkY
https://www.youtube.com/watch?v=jmT-lL6X9LI
https://www.vita.it/storie-e-persone/special-olympics-quando-lo-sport-regala-istantanee-di-felicita/
Foto Copywright:
Special Olympics / Dillon Vibes