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L’incontro con i siblings ha cambiato l’approccio a tutto il nostro lavoro

“La proposta di incontri dedicati ai siblings nasce da un’analisi dei bisogni della famiglia – comincia a raccontarci Sara, assistente sociale – ma anche di noi operatori, che avvertivamo la necessità di dedicare attenzione anche ai fratelli e alle sorelle di bambini con disabilità.”

Per la Fondazione Paideia il tema siblings, sviluppato da oltre dieci anni, si articola in tre parti: una di supporto alle famiglie, una culturale (con convegni sul territorio) e una dedicata agli operatori, che si sviluppa attraverso la formazione, la supervisione e il coordinamento.

Al coordinamento hanno aderito ad oggi circa cinquanta tra enti pubblici e privati: iniziata come una rete regionale piemontese, si è mano a mano allargata anche al resto d’Italia.

“Mi piace descrivere il coordinamento come uno spazio di condivisione continua Sara – in cui ci si dà una mano, anche tra persone che non si conoscono e si incontrano in uno dei quattro incontri gratuiti proposti durante l’anno. Notiamo che si tratta di uno spazio di confronto e supporto, un modo attivo e vero di fare rete. Alla base c’è un patto etico: quello del poter utilizzare tanti materiali condivisi, a condizione di essere ognuno a propria volta generoso, mettendone a disposizione di propri. Ci basiamo su uno spirito di appartenenza e reciprocità.”

Le proposte rivolte verso i siblings sono cominciate, all’interno della Fondazione Paideia, dopo l’incontro con lo psicologo e psicoterapeuta Andrea Dondi.

“Abbiamo conosciuto Andrea Dondi alcuni anni fa – ci spiega Sara –  partecipando a un suo convegno per capire meglio, noi per primi, come approcciarci al mondo dei fratelli e delle sorelle, di cui vedevamo le difficoltà, ma sulle quali non sapevamo come intervenire. L’approccio di Andrea Dondi ci ha subito convinto: è stato una lente che ci ha fatto vedere i siblings come bambini resilienti, con tante potenzialità, da valorizzare supportandoli in maniera preventiva, con un intervento che abbraccia tutta la famiglia.

Nelle formazioni oggi cerco sempre di raccontare la bellezza del lavoro con i fratelli e le sorelle di bimbi con difficoltà: nel nostro ambito vorremmo riuscire a essere di supporto ed efficaci e nel lavoro con i  siblings questo cambiamento lo vedi in tempi molto più brevi del solito. L’incontro con i siblings ha cambiato molto la mia prospettiva e l’approccio a tutto il nostro lavoro” conclude la sua riflessione Sara.

“Di anno in anno il numero di siblings che viene seguito cresce e quest’anno supereremo i 100 tra fratelli e sorelle seguiti aggiunge Sabrina, psicologa –  La proposta di supporto della Fondazione (gratuita, viene chiesto alle famiglie un contributo simbolico per alcune attività speciali) comprende anche delle consulenze psicologiche: l’idea è fornire una ricarica di ossigeno in un momento di difficoltà.

Nella nostra esperienza abbiamo notato che i siblings sono generalmente persone silenziose, che rischiano di essere “poco viste” in famiglia: se da un lato questo è un discorso logico e comprensibile, dall’altro dipende anche dal fatto che i bambini stessi sono molto attenti ad evitare di sovraccaricare i genitori. Non vogliono che debbano preoccuparsi anche per loro e in più vogliono dar loro tutte le soddisfazioni possibili. Sono generalmente più empatici della media dei coetanei e maggiormente capaci di leggere le dinamiche relazionali rispetto a molti altri ragazzi della stessa età, ma proprio questa loro sensibilità li rende anche un po’ isolati.”

 

I percorsi dedicati ai siblings sono modulati sulla base della loro età: fasi diverse della vita portano infatti con sé necessità, interrogativi paure e desideri diversi. Abbiamo chiesto a Sabrina di raccontarci nel dettaglio le proposte ad oggi attive.

Il percorso rivolto ai più piccoli (i minisibs, dai 4 anni) coinvolge anche i genitori e la proposta è di un’ora a settimana per cinque appuntamenti. Quello che vogliamo offrire è uno spazio esclusivo fra bimbi e genitori, spesso molto occupati e coinvolti nella gestione del fratellino o della sorellina in difficoltà. Gli incontri sono gestiti da me e da una psicomotricista: li organizziamo infatti in uno spazio dove i bimbi possano muoversi e giocare. Cominciamo con la lettura di un libro, continuiamo con un gioco motorio e poi terminiamo con un piccolo lavoretto manuale, che possa essere portato a casa. Utilizziamo spesso testi dedicati alle emozioni e ne approfittiamo per esplorare i desideri dei piccoli partecipanti, esaminare sentimenti come la rabbia e la paura, ma anche emozioni positive che possano essere di slancio per tante nuove avventure. I cicli di incontri vengono proposti in autunno e in primavera e ogni volta è emozionante vedere il coinvolgimento dei genitori.

Dai 6 anni i bimbi possono partecipare in autonomia: il percorso Young-Sibsteen è dedicato proprio a bambini dai 6 agli 8 anni. Gli incontri previsti sono sei e anche qui un prezioso punto di partenza sono le storie, che spesso diventano motore della condivisione delle emozioni.

Negli ultimi anni, abbiamo colto bisogni anche di siblings in altre fasce d’età e abbiamo deciso di ampliare l’offerta intorno al gruppo storico “Dare voce”, dedicato ai bambini e ragazzini dagli 8 ai 12 anni.  Il percorso è da sempre strutturato in tre ore al sabato pomeriggio in cui affrontare tutti insieme cosa significa essere un siblings: le somiglianze che si avvertono con gli altri e le differenze, le risorse che si riescono a mettere in campo. Ci si confronta sempre sulle emozioni ma anche sulle diagnosi dei fratelli cercando di andare oltre le etichette.

Successivamente è nata l’idea di creare I sabati tra siblings (8-13 anni), per chi ha già fatto Dare voce.  Un modo per continuare a vedersi – quattro volte l’anno – e alternare momenti di gioco puro a momenti di discussione, sempre tramite il gioco. Il gioco, infatti, è un veicolo perfetto per creare un’atmosfera piacevole, instaurare fiducia e creare un buon clima di rispetto.

Ci sono infine altri due gruppi, Sibsteen Junior e Senior, dedicati ai siblings adolescenti e oltre: questa è l’età in cui i temi più forti sono l’identità, i dubbi, le domande legate all’età che portano ad interrogarsi su chi si sarebbe potuti essere con un fratello o una sorella diversi. Il gruppo Junior prevede quattro incontri, la cena di Natale e una gita, mentre il gruppo Senior prevede un weekend tutti insieme e qualche pomeriggio di confronto. Ai temi già citati in precedenza, si aggiunge soprattutto il futuro, e come si sta strutturando la loro vita.  Le persone che sono ora e quelle che diventeranno.

Nei nostri incontri notiamo degli sguardi tra siblings che è difficile pensare si scambino con altri coetanei. Quello che desideriamo regalare in ognuno di questi percorsi – conclude Sabrina – è anche uno spazio di leggerezza, un luogo di attenzioni a cui i fratelli e le sorelle di bimbi con difficoltà sono poco abituati: uno spazio tutto per loro, un’occasione preziosa di crescita e condivisione.